Te Deum: mons. Lagnese (Caserta), “prendiamoci cura del disagio giovanile e dei poveri”

(Foto: diocesi di Caserta)

Una preghiera per “Benedetto XVI” e “per quanti soffrono a causa della guerra e per chiedere il dono della pace, in Ucraina e in ogni altro Paese dove si combatte e si uccide. Un pensiero tutto speciale “al popolo iraniano, in particolare alle donne e a quanti manifestano per la difesa dei diritti umani”. Infine, una preghiera “per tutti gli ammalati, gli anziani, quanti sono nel lutto, le persone sole, i poveri e quanti hanno perso il lavoro e tutti coloro che sono afflitti da situazioni di affanno e di paura”. Così il vescovo di Caserta, mons. Pietro Lagnese, nel Te Deum, celebrato sabato 31 dicembre, in cattedrale, una sorta di “Discorso alla città”, nel quale ha messo in luce problemi come il disagio giovanile: oltre ad auspicare una “maggiore sicurezza” sulle strade e nelle piazze, il presule ha evidenziato: “I giovani chiedono di essere ascoltati e desiderano incontrare sulla loro strada adulti credibili che sappiano aiutarli a realizzare i loro sogni, testimoni autorevoli che sappiano mettere in loro passioni grandi. Il mondo che li circonda propone, infatti, troppe volte, soltanto esempi di narcisismo e, spesso, di vera idolatria del benessere. Ci troviamo in una evidente situazione di emergenza educativa. C’è bisogno, perciò – come più volte ci ha ricordato il Santo Padre – di un vero e proprio cambio di mentalità, capace di promuovere una vera alleanza educativa che metta insieme famiglia, scuola, parrocchia, mondo del volontariato, capace di generare un nuovo senso di comunità e una nuova appartenenza sociale”. Come Chiesa di Caserta, ha assicurato, “vogliamo tentare di fare la nostra parte, non soltanto prendendoci cura dei nostri ragazzi attraverso un’opera di educazione alla fede nelle parrocchie, nei nostri oratori e nelle varie associazioni ecclesiali – per la quale opera ringrazio e sprono i nostri parroci e tutti gli operatori pastorali – ma anche provando a stringere patti di collaborazione con il mondo scolastico e con quello accademico che, su alcuni temi, già è stato attivato e sta producendo già i suoi primi frutti”.
Tra gli altri problemi citati dal vescovo, “l’aumento dei poveri e delle disuguaglianze”, da contrastare offrendo “un lavoro equo, onesto, dignitoso e soprattutto sicuro”. Poi un riferimento specifico “ai lavoratori della Jabil, della Softlab Teck, e a tante altre piccole e medie imprese che guardano con preoccupazione al futuro aziendale e a quello dei loro dipendenti. Bisogna evitare che accada ciò che è successo per Logista Italia che in questi mesi ha chiuso la sede di Maddaloni. Il caso di Jabil e Softlab in particolare è emblematico di come il Meridione e, in special modo, la provincia di Caserta – un tempo definita, per la straordinaria presenza imprenditoriale, come la Brianza del Sud – siano stati metodologicamente deindustrializzati”. E ha ricordato e pregato “affinché si trovi una soluzione anche per gli operatori sociosanitari (Oss) del comparto ospedaliero, i quali, dopo oltre dieci anni di precariato, rischiano di perdere il posto di lavoro”.

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