Pace: “Convenzione per i diritti nel Mediterraneo”, “le guerre sono un olocausto, uno spreco di beni, un aggravamento dell’ambiente”

“Chiediamo un impegno dei vostri Governi ad avviare un processo per dichiarare il Mediterraneo mare di pace, che unisce i popoli e le loro culture. Un Mediterraneo denuclearizzato, demilitarizzato e neutrale”: questa la richiesta contenuta nella lettera aperta inviata, in occasione del primo gennaio, Giornata mondiale della pace, ai Governi dei paesi rivieraschi dalla “Convenzione per i diritti nel Mediterraneo” firmata a Palermo nel marzo scorso da 97 personalità e associazioni. “Le guerre – ricorda la lettera – sono un olocausto di vite umane e non umane, uno spreco di beni e di risorse pubbliche, un aggravamento delle condizioni ambientali. La presenza di centrali nucleari costituisce di per sé un pericolo”. “La guerra – sostiene la Convenzione – è l’esito di un sistema ossessionato dalla crescita economica che spinge alla competizione e all’accaparramento della risorse e dei mercati”. “Le imprese coinvolte nel mercato della produzione di armamenti si stanno arricchendo sottraendo risorse all’economia civile. L’economia di guerra diventa la continuazione dell’economia di mercato”. “Per far vincere la Pace – conclude la Convenzione – occorre far leva sulle risorse culturali, sull’ethos democratico, sulla volontà di giustizia che animano le persone e che persistono anche quando vengono oppresse “, perché “la pace va preservata attraverso il negoziato, non ricercando impossibili vittorie totali”. Quasi tutti i Paesi mediterranei – affermano i promotori – sono attualmente coinvolti in conflitti armati o vicini ad esserlo. Conflitti che, alimentati anche dalle ingerenze esterne, fanno del Mediterraneo la zona nel mondo con il maggior numero di guerre in corso.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa