Processo in Vaticano: card. Becciu, “Chaouqui è riuscita nel suo piano di vendicarsi nei miei confronti”

“È riuscita nel suo piano di ve dicarsi nei miei confronti”. Si è conclusa così la dichiarazione spontanea resa dal cardinale Angelo Becciu, al termine del processo in corso in Vaticano per gli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. “Non mi è facile parlare in maniera serena”, ha esordito il porporato dopo aver assistito a tutta l’udienza e alla deposizione in Aula di Francesca Immacolata Chaoqui. “Avrei voluto dire quasi un sentimento di gelosia nei suoi confronti”, ha proseguito commentando le sue frequenti allocuzioni: “io e il Santo Padre, io a nome del Santo Padre, io vado dal Santo Padre”…”Io non mi permettevo mai, non ho mai avuto mai così facilità a fare e a dare ordini al Santo Padre”, ha puntualizzato. Riferendosi al modo di agire della Cosea, Becciu ha contestato le affermazioni di Cahqoui secondo le quali lei “veniva in segreteria di Stato e si imponeva. E’ molto strano, di solito viene il presidente della Cosea e chiede al Sostituto se può parlare con i dipendenti e avere un documento ufficiale”. “Mi meraviglia che abbia ancora dei materiali con sé”, ha detto inoltre Becciu a proposito delle dichiarazioni della Chaoutui di possedere ancora materiale proveniente dall’Archivio della Cosea: “Da quando sono uscito dal mio ufficio di Sostituto, non ho potuto mantenere nemmeno un foglio, e tutti devono andare via con la borsa vuota: i documenti si lasciano, è contro tutte le regole portarli con sè”. “Io i messaggi ce li ho tutti qui”, ha poi precisato a proposito dello scambio di messaggi avuto con la Chqouqui: “non gli ho mai risposto, perché il Santo Padre mi ha detto: ‘le consiglio di non rispondere’. Ho risposto solo ad uno di essi, quando mi ha mandato una faccina del suo figliolo”. “Ci sono messaggi in cui mi fa lodi e messaggi in cui mi distrugge totalmente”, ha reso noto: “Lei ha qualcosa, anzi molto contro di me”. “Una delle cose che smentisco in pieno – ha dichiarato Becciu – è quella di aver dato io l’ordine di arrestarla e di non aver avuto pietà del suo stato di donna incinta. E’ una bugia, è falso! Erano i primi dinovembre del 2015 e io mi trovavo in Sardegna. E’ stato il comandante, che mi telefonò: ‘Ho arrestato la Chaouqui’. ‘Ma sei matto?’. ‘Avevo tutte le ragioni per arrestarla’. Poi disse che era incinta, di pochi mesi. Respingo totalmente quella accusa”. “Mi prendo la responsabilità di due atti per cui si può risentire contro di me”, ha poi reso noto Becciu: “Quando nel 2013 ci fu la composizione della Commissione Cosea e la Segreteria di Stato aveva inviato una lista di nomi, a vedere il suo nome trasalì, perché avevo avuto segnalazioni gravi sulla sua persona. Era prassi che la Segreteria di Stato desse il suo placet alle nomine, ma era l’inizio del pontificato di Francesco e le regole stavano saltando. Sono stato messo di fronte al fatto compiuto. A proposito della segnalazione della signora, dissi a chi di dovere: ‘Quella signora non è degna di lavorare qui dentro in Vaticano’, ma non venni ascoltato”. Il secondo fatto di cui il cardinale Becciu si è preso la responsabilità è relativo al processo per Vatileaks due, quando si doveva decidere “se procedere con la denuncia degli autori della pubblicazione dei documenti segreti o procedere per via amministrativa. La Commissione si pronunciò per la denuncia ai magistrati, portò questo risultato al Papa e il Papa autorizzò la denuncia ai magistrati”. “Questi possono essere motivi di astio”, ha commentato il porporato: “io sono stato tra coloro che si sono opposti all’assunzione della Chaouqui in Vaticano”.   Quanto alla grazia chiesta dalla Chaqouqui nel 2017, queste le parole di Becciu: “Mi ha mandato Lojoudice e il suo parroco. Io presentai formalmente la richiesta al Santo Padre. La sua risposta: ‘Io non intendo concedere la grazia. Non mi faccia più sentire questo nome qui dentro. E’ ancora valido il biglietto, non deve entrare in Vaticano'”.

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