Papa Francesco: ai Canonici di Sant’Agostino, “preservarsi dalla malattia dell’autoreferenzialità, custodire la comunione tra Congregazioni”

“L’isolamento è pericoloso. Bisogna fare molta attenzione a preservarsi dalla malattia dell’autoreferenzialità e a custodire come vero tesoro la comunione tra le diverse Congregazioni”. Lo ha detto Papa Francesco ai membri del Consiglio primaziale della Confederazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino, ricevuti stamani in udienza in Vaticano. “Praticare la spiritualità dell’incontro: questo è essenziale per vivere la sinodalità nella Chiesa”, ha aggiunto il Pontefice.
Ricordando la necessità di “adattarsi alle circostanze del tempo, dei diversi luoghi in cui siete presenti e delle culture, sempre alla luce del Vangelo e del proprio carisma”, il Papa ha posto un paragone: “La vita consacrata è come l’acqua, se non scorre, marcisce, perde significato, è come il sale che perde sapore, diventa inutile. La memoria buona è feconda, è la memoria ‘deuteronomica’ delle radici, delle origini – ha aggiunto -. Non dobbiamo accontentarci di una memoria archeologica, perché questa ci trasforma in pezzi da museo, magari degni di ammirazione ma non di imitazione; invece la memoria deuteronomica ci aiuta a vivere pienamente e senza paura il presente per aprirci al futuro con speranza rinnovata”. Infine, l’attenzione di Francesco si è focalizzata sulla “regola fondamentale della vita religiosa”, cioè “la sequela di Cristo proposta dal Vangelo”, “assumere il Vangelo come regola di vita”. ” Il Vangelo ci riporta continuamente a porre Cristo al centro della nostra vita e della nostra missione. Ci riporta al ‘primo amore’. E amare Cristo significa amare la Chiesa, suo corpo – ha concluso -. La vita consacrata nasce nella Chiesa, cresce con la Chiesa e fruttifica come Chiesa. È nella Chiesa, come ci insegna sant’Agostino, che scopriamo il Cristo totale”.

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