Papa Francesco: “San Tommaso è stato un maestro, non un intellettuale come tanti”. No a “riduzionismi intellettualistici”

(Foto Vatican Media/SIR)

“A volte, quando si riflette su una persona che è stata creatrice di scuole, filosofiche o teologiche, si rischia di strumentalizzare il maestro per dire le cose che sembrano a me, e con il tomismo è successo questo”. Lo ha rivelato il Papa, nel discorso a braccio rivolto ai partecipanti all’XI Congresso Tomistico Internazionale promosso dalla Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino e dall’Istituto Tomistico Angelicum sul tema “Vetera novis augere. Le risorse della tradizione tomista nel contesto attuale”, in corso a Roma, presso la Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino. “Un’interpretazione di tipo casistico, di tipo opportunistico diminuisce e rende ridicolo il pensiero del maestro”, ha proseguito a braccio Francesco, che ha consegnato il discorso scritto preparato per l’udienza: “Quando noi vogliamo spiegare il pensiero di un maestro, il primo passo è la contemplazione, per essere noi ricevuti in quel pensiero magisteriale. Il secondo, con timidezza, è la spiegazione. E alla fine, con tanta cautela, l’interpretazione, ma questa con molta cautela”. “Il maestro è un grande, il maestro è uno che fa scuola e che ha creato una scuola”, ha fatto notare il Papa: “Il maestro è uno che mette in moto tutta una corrente di pensieri. Mai usare il maestro per le cose che penso io, ma mettere le cose che penso alla luce del maestro, che sia la luce del maestro a interpretare questo”. Poi Francesco ha raccontato sempre a braccio “l’esperienza di un domenicano” al Sinodo sulla famiglia, dove “c’erano punti che non erano chiari sulla dottrina cattolica e anche interpretazioni di San Tommaso che non erano chiare”.

“In quel tempo eravamo proprio in discussione perché non trovavamo la strada”, ha reso noto il Papa: “È stato un domenicano, il Cardinale Schönborn, che ci ha dato una lezione di teologia tomistica – ma a un’altezza! –, perché lui capiva Tommaso e lo ha spiegato senza usarlo, con grandezza. Abbiamo vissuto quell’esperienza di quel grande domenicano, che è stato Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede”. “Prima di parlare di San Tommaso, prima di parlare del tomismo, prima di insegnare, bisogna contemplare”, l’indicazione di rotta di Francesco: “contemplare il maestro, capire oltre il pensiero intellettuale cosa ha vissuto il maestro e cosa ha voluto dirci il maestro. Il segnale è quando io riduco la figura di un maestro alla figura di un pensatore, rovino il pensiero; gli tolgo la forza, gli tolgo la vita. E San Tommaso è stato una luce al pensiero della Chiesa, e noi lo dobbiamo difendere da tutti questi ‘riduzionismi intellettualistici’ che imprigionano la grandezza del suo pensiero magisteriale. E’ un maestro, non è un intellettuale come tanti, no, è diverso”.

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