Congresso eucaristico nazionale: card. Zuppi, “non possiamo restare fermi a spolverare il museo di antichità”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Non siamo chiamati dal Signore per restare, ma per andare!”. È l’invito del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della cerimonia di apertura del Congresso eucaristico nazionale, sul palco di piazza Vittorio Veneto a Matera. “E quando restiamo – magari con dotte discussioni e raffinate interpretazioni, talvolta anche qualche litigio – finiamo per vivere per noi stessi, che è l’esatto contrario di quello che vuole Gesù”, il monito del cardinale: “Questa nostra madre, che è la Chiesa, cui siamo affidati e che ci è affidata, ha molti figli, moltissimi, seguendo Gesù, e con la compassione di Gesù, vuole raggiungerli tutti. È una madre e vuole proteggerli dalla solitudine, dalla povertà, dall’insignificanza, dalla violenza, dallo sfruttamento, qualunque esso sia. Certo, è nostra Madre e noi portiamo il nostro peccato e il nostro limite. Ma è la nostra. Lei è casta, noi no. Lei è tutta santa, noi no. Ma stare con lei ci rende santi. Amiamola, però, come possiamo, più che possiamo, perché ci porta Gesù, perdono per i peccatori, guarigione per i malati”. “Siamo figli e fratelli tra noi e lo siamo se iniziamo a esserlo con quelli più piccoli, noi siamo fratelli di tutti”, ha assicurato il cardinale: “Ci chiedono qualcosa? Sì! Anzitutto amore! Se non amiamo tutto diventa impossibile, pesante, come nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Se amiamo, forti dell’amore di Cristo, dare da mangiare ci fa essere sazi! Dare da bere ci fa scoprire che abbiamo una sorgente nel cuore, vestire un nudo ci fa indossare l’abito del cielo che è quello dell’amore”. “Per questo non possiamo restare fermi a spolverare il museo di antichità preziose ma senza vita”, ha attualizzato il cardinale: “L’Eucaristia è pane vivo, lo mediteremo in questi giorni, e l’altare ci insegna ad apparecchiare la carità”. “Se condividiamo il pane del cielo, come non condividiamo quello della terra, ricordava il Cardinale Lercaro”, la citazione del suo predecessore in diocesi: “Seguiamo Gesù e lui mostrerà una folla di affamati e continuerà a invitarci: date voi stessi da mangiare! Gesù è pane perché chi lo mangia sperimenti la sua compagnia, la vicinanza di Dio che si fa nutrimento dell’anima e del corpo. È Corpo, presenza. Non pensare a te se avanza qualcosa; non interpretare, non discutere; dì invece qualche buona parola. Fatti carico tu e non da solo. Voi date da mangiare. Noi diamo da mangiare”. “Ecco dove si capisce la Chiesa sinodale”, ha rivelato Zuppi: “mettendo al centro Gesù e dando da mangiare, cioè preoccupandoci degli altri nutrendoci di lui e nutrendo del suo amore, ricevendo e donando. Se viviamo questo e se cambiamo per vivere questo, troveremo le risposte necessarie per una Chiesa madre di tutti”.

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