Papa in Kazakhstan: dopo dichiarazione finale, “impegnatevi per la pace, non per gli armamenti”. “Qualsiasi conflitto ha effetto domino”

“La pace è urgente perché qualsiasi conflitto militare o focolaio di tensione e di scontro oggi non può che avere un nefasto ‘effetto domino’ e compromette seriamente il sistema di relazioni internazionali”. Nella parte finale del suo ultimo discorso in Kazakhstan, pronunciato nel Palazzo dell’Indipendenza di Nur-Sultan, dopo la lettura della Dichiarazione finale a conclusione del Congresso delle religioni mondiali e tradizionali, Francesco è tornato sul tema portante del suo viaggio nel Paese asiatico, cerniera tra Europa e Asia, ribadendo, sulla scorta della Gaudium et spes, che la pace “non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi unicamente a rendere stabile l’equilibrio delle forze avverse; non è effetto di una dispotica dominazione, ma è opera della giustizia. Scaturisce dunque dalla fraternità, cresce attraverso la lotta all’ingiustizia e alle disuguaglianze, si costruisce tendendo la mano agli altri”. “Noi, che crediamo nel Creatore di tutti, dobbiamo essere in prima linea nel diffondere la convivenza pacifica”, la consegna per i leader delle religioni mondiali: “La dobbiamo testimoniare, predicare, implorare”. Perciò la Dichiarazione finale esorta i leader mondiali “ad arrestare ovunque conflitti e spargimenti di sangue, e ad abbandonare retoriche aggressive e distruttive. Vi preghiamo, in nome di Dio e per il bene dell’umanità: impegnavi per la pace, non per gli armamenti! Solo servendo la pace il vostro nome rimarrà grande nella storia”.

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