Adozioni internazionali: in Italia sono state 273 nel 2022. Ciai, “situazione critica influenzata da pandemia, guerra e chiusure”

I dati pubblicati dalla Commissione per le adozioni internazionali “confermano una situazione critica influenzata da diversi fattori: gli effetti della pandemia Covid-19, l’impatto del conflitto bellico in Ucraina, la sospensione e/o chiusura delle adozioni in alcuni Paesi e l’aumento in altri dell’adozione nazionale”. Così Daniela Russo, responsabile adozioni di Ciai, commenta la pubblicazione dei dati della Cai: da inizio gennaio al 30 giugno 2022 sono state realizzate 273 adozioni internazionali in Italia, registrando un lieve aumento rispetto alle 245 dello scorso anno nello stesso periodo e a fronte di 220 nel 2020. Nel 2019, prima della pandemia, erano state 458. C’è poi un numero crescente di bambini con ‘bisogni speciali’ segnalati dalle autorità straniere; sono di età superiore ai 7 anni, fratrie numerose, bambini con problematiche sanitarie o con vissuti di esperienze traumatiche come maltrattamento e abuso, per i quali non corrisponde un altrettanto numero di coppie pronte ad accoglierli. Attualmente hanno in corso una procedura di adozione internazionale presso un ente autorizzato 2675 famiglie italiane. I tempi per la realizzazione del progetto di adozione si sono allungati per tutti. “E’ un quadro preoccupante che apre grandi interrogativi e ci pone di fronte a sfide importanti – prosegue Daniela Russo -. L’adozione resta una valida risposta per assicurare il diritto ad una famiglia a molti bambini in stato di abbandono e sono tante le famiglie italiane che si aprono a questa scelta di genitorialità, tuttavia crediamo sia necessario lavorare a fianco delle famiglie portando avanti percorsi di adozione di qualità”.  Il presidente del Ciai Paolo Limonta ricorda che “il rilancio del sistema adozioni non può porsi unicamente l’obiettivo di una crescita dei numeri” ma va “inteso innanzitutto come la volontà di investire in questo campo attraverso azioni sinergiche tra tutti gli attori istituzionali coinvolti, intensificando le relazioni con i Paesi esteri e rafforzando le competenze di quanti operano a fianco di minori e famiglie perché si realizzino adozioni in cui genitori e figli possano essere felici”.

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