Ritorno in classe: card. Lojudice (Siena e Montepulciano), “incontrare e includere. La pace si costruisce nel quotidiano con i nostri piccoli gesti”

“Si capisce bene cos’è una scuola quando la viviamo come se fosse il luogo dove si entra competitivi e, dopo aver lavorato e studiato insieme, si esce rispettosi degli altri e tolleranti. Questo è il piano d’azione ideale per ogni studente. Andare a scuola è bello, ma alla base di questo andare ci devono essere altri due verbi: incontrare e includere”. Lo ha scritto il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, nel messaggio agli studenti per l’inizio dell’anno scolastico.
“Persone e ambienti perfetti – osserva il porporato – non esistono, però, imparare insieme, cercare di migliorare se stessi, emulare i migliori e aiutare i più deboli rendono la scuola l’ambiente più necessario per imparare a vivere come persone libere, solidali e intelligenti”. “Si torna a scuola mentre il mondo è cambiato, e io aggiungo tragicamente, a causa della guerra e della conseguente crisi economica”, prosegue il cardinale, secondo cui “proprio in questi momenti così difficili, la scuola può fare la differenza diffondendo tra le giovani generazioni ideali di pace e di fraternità ad iniziare da chi ci siede accanto in classe”. “La pace – ammonisce l’arcivescovo – si costruisce nel quotidiano con i nostri piccoli gesti; non dobbiamo pensare a grandi teoremi, ma a minuscoli segni, quelli che Papa Francesco definisce di ‘misericordia’”. Per il cardinale, “sarà un autunno difficile lo sappiamo, ma sono convinto che le nostre comunità, a partire dai giovani, sapranno dare un segnale forte di unità e di solidarietà”. “In questi mesi estivi – sottolinea – si sono accavallati tanti temi di attualità che naturalmente entreranno a scuola a partire da quelli del clima, della tutela del creato, del risparmio energetico. Argomenti che proprio i giovani hanno richiamato come essenziali alle nostre generazioni. Sono loro che ci hanno chiesto di fermarci a pensare in maniera migliore e seria al nostro pianeta”. “Il mondo che gli consegniamo è incerto, caotico e tanto impaurito”, osserva Lojudice: “Noi adulti dobbiamo ripartire dai giovani, dobbiamo metterci in loro ascolto con umiltà”. A ragazze e ragazzi il cardinale chiede “di allearsi e pensare insieme una grande iniziativa che coinvolga i nostri territori per lanciare il messaggio che la tutela del creato passa prima di tutto dall’assenza della guerra, che è il male principale che inquina ed affligge l’uomo. Lo slogan potrebbe essere ‘Puliamo la terra dalla guerra!’. Proviamo insieme a cambiare il mondo”.

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