Ritorno in classe: Affinati, “la scuola abbia il coraggio di essere minoritaria rispetto all’andazzo generale e rappresenti il luogo etico di riferimento essenziale”

(Foto ANSA/SIR)

“L’energia dei ragazzi è sempre straripante e coinvolgente: bisogna soltanto incanalarla per non disperderla o, peggio ancora, vanificarla. Sarebbe bello se ognuno di loro cercasse e magari scoprisse nel prossimo anno scolastico una passione da coltivare, un sogno da realizzare, un’avventura conoscitiva da vivere. In tutte le persone esiste una corda segreta da raggiungere e far suonare: se hai la fortuna di trovarla da piccolo non sentirai più la fatica e la noia del compito da svolgere perché ti piacerà fare ciò che hai scelto”. Così Eraldo Affinati, scrittore e insegnante romano, in un’intervista al Sir in occasione del ritorno in classe, oggi, per oltre 7 milioni di studenti.
Agli insegnanti Affinati suggerisce di “verificare sempre le motivazioni profonde per cui hanno deciso di fare questo mestiere. Che non è, né sarà mai, uguale a qualsiasi altro: poter incidere in modo indelebile nella percezione di un giovane significa scoprire gli ingranaggi della civiltà”. E poi “bisogna anche accettare le sconfitte a cui andremo inevitabilmente incontro perché i ragazzi a volte ci esalteranno, altre volte ci inchioderanno al muro”.
Quanto alla scuola, essa “dovrebbe anche essere in grado di bruciare. Cosa? I rami secchi, le false rassicurazioni, i narcisismi fine a se stessi, certi nuovi idoli informatici, tutto quello che allontana i giovani dalla verifica delle fonti, dall’esperienza concreta della realtà, dall’approfondimento, dalla concentrazione, dal rigore e dalla fantasia. Una scuola – conclude – che abbia il coraggio di essere minoritaria rispetto all’andazzo generale e possa rappresentare il luogo etico di riferimento essenziale, come è già stata, seppure per causa di forza maggiore, durante la pandemia”.

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