Papa Francesco: alla Confindustria, “ricchezza può diventare idolo”, primo requisito di un buon imprenditore “è la condivisione”

“Si può essere mercante, imprenditore, ed essere seguace di Cristo, abitante del suo Regno”. Ne è convinto il Papa, che durante l’udienza concessa, in Aula Paolo VI, ai partecipanti all’Assemblea pubblica di Confindustria, si è soffermato sulle condizioni che consentono ad un imprenditore di entrare nel Regno dei cieli: “è molto difficile per un ricco entrare nel Regno di Dio. Difficile sì, ma non impossibile”. Il primo requisito per un buon imprenditore, secondo Francesco, è la condivisione: “La ricchezza, da una parte, aiuta molto nella vita; ma è anche vero che spesso la complica: non solo perché può diventare un idolo e un padrone spietato che si prende giorno dopo giorno tutta la vita. La complica anche perché la ricchezza chiama a responsabilità: una volta che possiedo dei beni, su di me grava la responsabilità di farli fruttare, di non disperderli, di usarli per il bene comune. Poi la ricchezza crea attorno a sé invidia, maldicenza, non di rado violenza e cattiveria”. “Nelle prime comunità esistevano donne e uomini non poveri; e nella Chiesa ci sono sempre state persone benestanti che hanno seguito il Vangelo in modo esemplare”, ha ricordato il Papa citando imprenditori, banchieri ed economisti, come i beati Giuseppe Toniolo e Giuseppe Tovini. “Per entrare nel Regno dei cieli, non a tutti è chiesto di spogliarsi come il mercante Francesco d’Assisi”, ha puntualizzato il Pontefice: “ad alcuni che possiedono ricchezze è chiesto di condividerle”, perché “la condivisione è un altro nome della povertà evangelica”, come dimostra la comunione dei beni narrata dagli Atti degli Apostoli.

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