Sanità: la Sifo compie 70 anni. Cavaliere (presidente), “autorevole e riconosciuta può contribuire a rafforzare la territorialità delle cure come previsto nel Pnrr”

Era il 14 giugno 1952: undici farmacisti ospedalieri si ritrovavano presso un notaio di Varese. Quel giorno nasceva la Società italiana di farmacia ospitaliera-Sifo. Plinio Uccelli ne era il primo presidente. Obiettivo della Società, dichiarato dal primo statuto, “promuovere e coordinare l’attività – scientifica, tecnica, amministrativa – delle farmacie degli ospedali e degli altri enti di assistenza e beneficenza, al fine di migliorare il servizio nei confronti degli assistiti… e prendere tutte quelle iniziative che saranno ritenute idonee ad elevare sotto l’aspetto morale, culturale e sociale la farmacia ospedaliera”.
“Sono trascorsi esattamente settant’anni e Sifo è oggi una società scientifica autorevole e riconosciuta con oltre 2500 soci ed una importante e positiva reputazione sia presso i livelli istituzionali della sanità che presso tutti i soggetti del Ssn”, racconta Arturo Cavaliere, attuale presidente. Diversi i ruoli e le responsabilità della Sifo, che vanno, spiega ancora il presidente, “dalla partecipazione alla governance del farmaco all’Hta, dagli allestimenti sterili magistrali di terapie personalizzate in Galenica clinica oncologica o per Nutrizione parenterale, all’erogazione diretta di farmaci ad alto contenuto tecnologico fino alla gestione dei diagnostici in vitro, devices altamente specialistici, o digital therapeutics”. Un percorso che, conclude Cavaliere, “può contribuire a rafforzare la territorialità delle cure come previsto dalla misura M6C1 del Pnrr”.
A fine ottobre si terrà a Bologna il XLIII Congresso nazionale Sifo sul tema “Clinica, etica, managerialità. Costruiamo insieme la salute di domani”.

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