Infanzia e adolescenza: Garlatti (Agia), “istituire in Italia aree di educazione prioritaria nelle zone a più alto rischio. Ascoltare i ragazzi per la scuola del futuro”

(Foto da diretta WebTv Senato)

Di fronte al fenomeno della dispersione scolastica l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) ha avviato un’indagine che ha portato a raccomandazioni rivolte a istituzioni, parti sociali, Terzo settore e ordini professionali. “Tra le tante iniziative che occorre adottare – ha spiegato la garante, Carla  Garlatti, durante la presentazione al Sentato della Relazione annuale al Parlamento 2021 – ho rilanciato la proposta di istituire in Italia aree di educazione prioritaria nelle zone a più alto rischio. Occorre inoltre concentrare risorse per rendere eccellenti le scuole e i servizi frequentati dai bambini in situazione di vulnerabilità. Alle famiglie fragili, infine, vanno offerti interventi su misura da parte di un’équipe multidisciplinare”. Un’altra delle proposte dell’Agia riguarda l’istituzione, nell’ambito del sistema pubblico, di un servizio di psicologia scolastica. Bisogna poi assicurare il conseguimento del diploma di scuola secondaria di primo grado a chi ha più di 16 anni e ne è privo e il rispetto dell’obbligo scolastico per alunni particolarmente svantaggiati, come minori stranieri non accompagnati, rom, sinti e caminanti. Garantire a questi ultimi la possibilità di frequentare un percorso di studi rappresenta un’opportunità per uscire da un contesto sociale marginale.
Occorre inoltre investire su un forte rinnovamento della didattica e degli stili di insegnamento, sull’aumento del numero delle scuole a tempo pieno, sulla promozione di ambienti informali di apprendimento e aggregazione. “Idee queste che sono emerse anche in occasione della consultazione pubblica ‘La scuola che vorrei’, che ho promosso tra 10 mila studenti italiani e i cui risultati ho appena portato al Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi”, ha ricordato Garlatti. “I ragazzi hanno chiesto anche un maggior dialogo con gli insegnanti, la ridefinizione del piano degli studi con materie a scelta, oltre che apertura e integrazione della scuola con il territorio”.
“La scuola che vorrei” ha rappresentato un’esperienza di coinvolgimento dei minorenni di particolare valore. “Per promuovere la partecipazione dei minorenni – ha precisato la garante, invitando ad ascoltare le richieste dei ragazzi per la scuola del futuro – ho lanciato un Manifesto in cinque punti, realizzabili da subito, con il quale ho invitato le istituzioni a coinvolgere bambini e ragazzi in ogni decisione che li riguardi, dandone conto pubblicamente; a introdurre una legge di sistema in materia; a mettere a disposizione una piattaforma pubblica online di consultazione; a introdurre la partecipazione nell’insegnamento dell’educazione civica e, infine, a istituire una giornata nazionale”.

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