Salute: Gemelli e S. Raffaele, intelligenza artificiale per prevedere sviluppo demenza. Il 4 e 5 maggio un evento a Roma

In Italia quasi 400mila persone nel giro di 3-5 anni andranno certamente a ingrossare le fila dei pazienti con demenza; si tratta di soggetti di fatto già ammalati di una forma molto iniziale (prodromica) di malattia: con l’aiuto dell’intelligenza artificiale i medici potranno scovare per tempo questi individui, prima cioè che manifestino i sintomi irreversibili e progressivi della patologia. “Questo potrebbe cambiare il corso delle cure, una volta che si rendessero disponibili dei nuovi farmaci contro l’Alzheimer, la forma più diffusa di demenza e anche permettere un intervento mirato e precocissimo con i farmaci attualmente disponibili e sui fattori di rischio/protezione che sono già noti”. È quanto si legge in un comunicato del Policlinico universitario A. Gemelli Irccs-Università Cattolica, che spiega: “Proprio a tale scopo è in corso uno studio europeo su intelligenza artificiale e demenze, che sarà il cuore di un incontro, previsto mercoledì 4 e giovedì 5 maggio. In queste due giornate presso il Gemelli e l’Irccs San Raffaele si svolgerà, infatti, l’Assemblea generale (General Assembly) del progetto internazionale AI-Mind ‘Strumenti di intelligenza digitale per lo screening della connettività cerebrale e la stima del rischio di demenza nelle persone affette da Disturbo cognitivo lieve”’. Il progetto è finanziato dalla Commissione europea (Programma Horizon 2020) con circa 14 milioni di euro; l’Italia partecipa con 4 unità operative: Università Cattolica (responsabile Camillo Marra), Altems (direttore Americo Cicchetti); Irccs San Raffaele (responsabile Paolo Maria Rossini) e l’azienda spin-off accademico di ricerca Neuroconnect (responsabile Fabrizio Vecchio).

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