Festival Dottrina sociale: Verona, al via stasera sul tema “Costruire la fiducia”. Card. Zuppi, “nell’incontro c’è sempre qualcosa di generativo”

(da Verona) Si sta pian piano animando il Palaexpo Verona Fiere dove questa sera prenderà il via il Festival della Dottrina sociale sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”. Ad aprire la XII edizione saranno i saluti del padrone di casa, Alberto Stizzoli, presidente della Fondazione Segni Nuovi che organizza la kermesse, di Damiano Tommasi, sindaco della città scaligera, e del vescovo Domenico Pompili. Seguirà il dialogo tra mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, don Sergio Massironi, del Dicastero vaticano per il Servizio umano integrale, e Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”.
In un videomessaggio ai partecipanti, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha sottolineato che al centro della kermesse c’è “un tema molto interessante”. “L’incontro – ha commentato – non è una melassa in cui si è tutti uguali ma è la consapevolezza della relazione con l’altro. Nell’incontro c’è sempre qualcosa di generativo, qualcosa che aiuta ad essere più consapevoli delle proprie convinzioni, mai senza o contro l’altro ma insieme”. Il presidente della Cei ha poi ricordato che “la Dottrina sociale della Chiesa davvero aiuta a guardarsi attorno, ad essere attivi, a non rassegnarsi, a rispettare e capire la bellezza della persona, a metterla sempre al centro, a capire quanto ognuno può donare all’altro”. Viviamo un’epoca – ha osservato il cardinale – nella quale “ci stiamo abituando così tanto allo scontro, ai modi digitali con cui andare contro qualcuno, con cui voler dire la nostra” perché “pensiamo di essere costretti a dover dire la nostra”. “Qualche volta – ha rilevato – c’è un’induzione a scontrarci, altre volte è un modo con cui pensiamo che contiamo qualche cosa”. “Lo scontro ha l’inganno di far credere che difendiamo le nostre idee”, ha ammonito Zuppi, precisando che “certo, in alcuni casi difendere le nostre idee richiede chiarezza”. Al contrario, ha aggiunto, “l’incontro non è annullare le proprie convinzioni, è sbagliato questo, così com’è sbagliato credere che lo scontro significhi difendere le proprie convinzioni”. “Nello scontro c’è tante volte l’incapacità di capire l’altro”, ha evidenziato, chiedendo che quando serve “chiarire le proprie posizioni” lo si faccia “sempre accettando l’altro come interlocutore”.

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