Papa ad Asti: messa in cattedrale, “sono venuto a ritrovare il sapore delle radici”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina; e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa celebrata ieri nella cattedrale di Asti. “Di fronte a Gesù c’è chi fa da spettatore e chi si coinvolge”, ha osservato commentando le Scritture. “Gli spettatori sono molti, la maggioranza”, ha detto Francesco: “guardano, è uno spettacolo veder morire re uno in croce. Non era gente cattiva, tanti erano credenti, ma alla vista del Crocifisso restano spettatori: non fanno un passo in avanti verso Gesù, ma lo guardano da lontano, curiosi e indifferenti, senza interessarsi davvero, senza chiedersi che cosa poter fare”. “Dai capi ai soldati alla gente, l’onda del male raggiunge quasi tutti”, ha ricordato Francesco a proposito della scena del Calvario: “Il male è contagioso, ci contagia: come quando noi prendiamo una malattia infettiva, ci contagia subito e quella gente parla di Gesù ma non si sintonizza neanche un momento con Gesù. Prende la distanza e parla. È il contagio letale dell’indifferenza. Una brutta malattia l’indifferenza. Indifferenza verso Gesù e indifferenza anche verso i malati, verso i poveri, verso i miseri della terra”. “L’onda del male si propaga sempre così”, ha osservato il Papa a proposito del “contagio letale dell’indifferenza”: “comincia dal prendere le distanze, dal guardare senza far nulla, dal non curarsi, poi si pensa solo a ciò che interessa e ci abitua a girarsi dall’altra parte”. “È questo è un rischio anche per la nostra fede, che appassisce se resta una teoria non diventa pratica, se non c’è coinvolgimento, se non ci si spende in prima persona, se non ci si mette in gioco”, il monito di Francesco: “Allora si diventa cristiani all’acqua di rose – come io ho sentito dire a casa mia – che dicono di credere in Dio e di volere la pace, ma non pregano e non si prendono cura del prossimo e anche, a loro non interessa Dio, né la pace. Questi cristiani soltanto di parola, superficiali!”. L’unico a coinvolgersi con la sorte di Gesù, sul Calvario, è il buon ladrone, “l’onda benefica del bene”, che dice: “Gesù, ricordati di me”. “Chiede soltanto questo al Signore”, ha commentato il Papa: “Bella preghiera questa. Se ognuno di noi la recita tutti i giorni è una bella strada: la strada della santità: ‘Gesù ricordati di me’. Così un malfattore diventa il primo santo: si fa vicino a Gesù per un istante e il Signore lo tiene con sé per sempre”. Secondo Francesco, “il Vangelo parla del buon ladrone per noi, per invitarci a vincere il male smettendo di rimanere spettatori”: “Per favore, questo è peggio di fare il male, l’indifferenza. Per favore, non fare la spiritualità del trucco: quella è noiosa. Davanti a Dio: acqua e sapone, soltanto, senza trucco, ma l’anima così com’è. E da lì viene la salvezza. Chi pratica la confidenza, come questo buon ladrone, impara l’intercessione, impara a portare a Dio quello che vede, le sofferenze del mondo, le persone; a dirgli, come il buon ladrone: ‘Ricordati, Signore!’. Non siamo al mondo solo per salvare noi stessi, no: ma per portare i fratelli e le sorelle nell’abbraccio del Re. Intercedere, ricordare al Signore, apre le porte del paradiso”.

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