Israele: Schutz (ambasciatore presso Santa Sede), “su sfide ambiente e difesa diritti Israele e Santa Sede protagonisti”

(Foto Vatican Media/SIR)

Il 2023 sarà un anno caratterizzato da vari anniversari. Tra i più significativi quello che celebrerà il trentesimo dalla firma dell’accordo tra Stato d’Israele e Santa Sede. “Una pietra miliare che ha già dato vari frutti di cui entrambi godiamo. Ma quel che è stato fatto non basta ancora. C’è bisogno, ad esempio, di portare nuovi temi”. È quanto dichiarato da Raphael Schutz, ambasciatore d’Israele in Vaticano, in una intervista rilasciata a www.moked.it, il portale dell’ebraismo italiano, rilasciata a un anno dalla presentazione delle credenziali e dal suo insediamento. “È stato un anno molto intenso e stimolante”, afferma l’ambasciatore. “Nel complesso sono contento per quello che abbiamo fatto e costruito. Si è però rafforzata in me una convinzione: la necessità urgente che nel Dialogo entrino questioni rimaste il più delle volte ai margini. Mi riferisco soprattutto all’ambiente e alla difesa dei diritti di ogni essere umano. A partire da quello all’acqua, al cibo, a una vita decente. Sfide universali in cui possiamo essere entrambi protagonisti. Penso alle encicliche del papa, molto incisive e chiare nel merito. Ma anche Israele, rileggendo la sua vicenda storica, ha tanto da dare all’umanità. La sua trasformazione da Paese in cui l’acqua scarseggiava a esportatore di risorse idriche è, in questo senso, un fulgido esempio”.
Parlando delle relazioni tra Israele e Santa Sede, il diplomatico ricorda che tra i due Paesi ci sono “delle date e circostanze da non dimenticare mai”. “La prima è senz’altro la dichiarazione Nostra Aetate, così significativa per l’avvio di una nuova stagione di approfondimento tra cristiani ed ebrei. E poi la visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma (1986). La stipula dell’accordo che presto taglierà il traguardo dei trent’anni (1993). E, nel 2000, un’altra visita nel segno di Wojtyla: il suo viaggio in Israele”. Dalla Nostra Aetate sono passati 57 anni. “Un momento straordinario, un nuovo inizio. Quella dichiarazione ha fatto la storia – ribadisce Schutz -. Anche se, naturalmente, non cancella diciannove secoli tormentati. L’impressione è che alcune resistenze, ancora oggi, fatichino a essere vinte. E non solo a livello di clero”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia