Palestina: Azione contro la fame, “fermare immediatamente trasferimento illegale e forzato della comunità di Humsa Al Bqai’a nella Valle del Giordano”

Fermare immediatamente il trasferimento illegale e forzato della comunità di Humsa Al Bqai’a nella Valle del Giordano. A chiederlo al governo israeliano sono le ong internazionali che fanno parte del Consorzio Aida (Associazione delle agenzie internazionali di sviluppo in Palestina) per la protezione della Cisgiordania finalizzato a prevenire il trasferimento forzato delle comunità palestinesi. Del consorzio fa parte anche Azione contro la Fame che denuncia che “dall’inizio del 2021, le autorità israeliane hanno demolito, sequestrato o costretto a demolire almeno 198 strutture di proprietà palestinese, sfollando oltre 285 persone, tra cui circa 150 bambini, e colpendo altre 1.070 persone. La situazione continua a peggiorare in modo preoccupante e sta creando un precedente per tutte le altre comunità”. Le ultime demolizioni riguardano la comunità palestinese di Humsa Al Bqai’a, nel governatorato di Tubas, che è stata nuovamente testimone della demolizione delle proprie case e proprietà da parte delle forze israeliane, il 16 febbraio e 22 febbraio scorsi. Tra il primo e il 22 febbraio, la comunità ha complessivamente subito cinque demolizioni e confische di aiuti umanitari, proprio mentre la popolazione si stava riprendendo da quanto accaduto nel novembre 2020 (83 strutture demolite o confiscate, di cui 29 finanziate da donatori dell’Ue e dal Regno Unito).  “Le demolizioni di strutture abitative e di infrastrutture idriche e sanitarie come latrine o rifugi per animali sono dannose per la sicurezza e la dignità delle comunità palestinesi – ha dichiarato Lucas Honnauer, direttore di Azione contro la Fame nei Territori palestinesi -. La comunità di Humsa Al Bqai’a continua a subire pressioni, da parte dell’amministrazione civile israeliana, affinché si trasferisca in un sito a 15 chilometri di distanza”. L’Aida esorta anche la comunità internazionale a ricorrere a misure appropriate per sollecitare Israele ad agire in conformità con i suoi obblighi legali per prevenire ulteriori violazioni, che oggi accadono con ritmo inquietante.

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