Migranti: perquisizioni a casa dei volontari a Trieste. Focsiv, “atto di violenza gratuita”

“Contrarietà” e  “indignazione” per l’incursione della polizia nell’abitazione privata di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, sede dell’associazione Linea d’ombra Odv, che assiste i migranti che arrivano a Trieste attraverso la rotta balcanica, viene espressa oggi dalla Focsiv, il coordinamento di Ong e associazioni di ispirazione cristiana. “L’imputazione del reato di favoreggiamento di immigrazione irregolare per scopo di lucro – ha dichiarato Ivana Borsotto, presidente Focsiv – è un atto contrario ai principi sui quali si fondano il rispetto dei diritti umani e la nostra Costituzione. Condanniamo questa incursione come un atto di violenza gratuita nei confronti di chi si impegna in azioni concrete di solidarietà e di umanità a fronte di una insensibilità e incapacità istituzionale”. Secondo la Focsiv “è doveroso, nell’immediato, intervenire con gli aiuti materiali e con i corridoi umanitari organizzati e contro le violenze alle frontiere”. Ma soprattutto c’è “la necessità di un intervento più strutturato, nel caso della rotta balcanica, con luoghi di accoglienza e sosta dotati di servizi igienici con allaccio ad acqua, luce e gas”. “L’irruzione della polizia e il sequestro dei libri contabili, dei telefoni e di altro materiale e l’imputazione di favoreggiamento della immigrazione clandestina – ha aggiunto Nives Ceppa Degrassi, presidente Accri, Ong socia Focsiv – sono un’aggressione e un insulto a tutto il mondo del volontariato e al modello civile e pacifico di convivenza.Un gesto senza senso se non quello di voler umiliare e intimidire coloro che sono impegnati a dare ascolto a coloro che arrivano dalla rotta balcanica, curando le piaghe dei piedi, offrendo scarpe, vestiti e cibo a chi ne ha bisogno per sopravvivere”.  “Ma la solidarietà non è ancora un reato, tanto più in una città come Trieste crocevia dei popoli europei”, ha sottolineato Ceppa Degrassi. Focsiv e Ipsia–Acli, presenti sulla rotta balcanica insieme a Caritas e altre Ong,  hanno lanciato un appello ai rappresentanti europei ed italiani, compresi i vertici dei partiti, per “progetti a medio lungo termine, con la realizzazione di strutture permanenti, adeguati standard di sicurezza e programmi scritti con le istituzioni e le comunità locali”. Soprattutto si chiede all’Ue di “assumersi la responsabilità di una politica più coraggiosa sulle migrazioni, che abbia al centro il rispetto dei diritti umani”.

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