Coronavirus Covid-19: Casa Sollievo Sofferenza, al via uno studio per contribuire alla lotta contro la pandemia

L’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza ha avviato uno studio osservazionale, denominato Covid-19-Sgr, per la creazione di un database con dati clinici e campioni biologici di pazienti affetti da Covid-19 ricoverati a Casa Sollievo, con l’obiettivo di valutare la possibile associazione tra le caratteristiche biologiche e le caratteristiche fenotipiche della malattia e il loro ruolo predittivo (positivo o negativo) sul suo decorso.
Lo studio osservazionale, portato avanti da un gruppo di lavoro multidisciplinare di oltre 50 specialisti, ha generato diversi studi e ricerche che danno e daranno un importante contributo alla lotta contro il Coronavirus e i suoi effetti devastanti.
Il primo, generato dalla raccolta dei dati clinici riguarda la diagnosi di Covid-19 in pazienti con tamponi nasofaringei negativi, un problema riscontrato nel 20-40% del totale dei tamponi effettuati. La diagnosi radiologica e clinica ha dimostrato di avere una sensibilità dell’80% per i radiologi e del 90% per i clinici rispetto alla diagnosi sierologica. Lo studio è stato accettato ed è in fase di pubblicazione sulla rivista “Diagnostics”.
La raccolta di campioni biologici ha permesso di avviare diversi studi sui marcatori predittivi del Covid-19. Il primo studio pubblicato riguarda la proteina Adamts13: una riduzione dei livelli di questa proteina, misurata in laboratorio nei primi giorni di ricovero di un paziente affetto da Covid-19, è legata ad un rischio maggiore di mortalità durante l’ospedalizzazione. Casa Sollievo partecipa allo studio Gen-Covid finalizzato a comprendere le basi genetiche e molecolari della suscettibilità all’infezione da Sars-CoV. -2 e la suscettibilità a un esito clinico potenzialmente più grave.
Tra il personale sanitario di Casa Sollievo sottoposto al vaccino Pfizer Biontech (circa 3mila persone), è stato avviato uno studio per la determinazione del titolo anticorpale Covid-19 prima della seconda somministrazione. I dati preliminari sembrano confermare che, dopo la prima somministrazione di vaccino, più dell’80% dei soggetti che ha avuto una precedente esposizione al virus presenta un titolo anticorpale elevato.

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