Don Tonino Bello: don Ciardo (Alessano), “abbiamo bisogno di persone che trascinino. E uno trascina soltanto se vive”

“Tutte le volte che siamo veri, autentici, umili, rifuggendo dall’applauso degli altri, noi contagiamo l’altro. È l’esempio, la predica più incisiva e più bella. Abbiamo bisogno di persone che trascinino. E uno trascina soltanto se vive”. Don Gigi Ciardo, parroco di Alessano, paese natale di don Tonino Bello, ha concluso così il suo intervento nell’incontro online promosso dall’Ufficio di Pastorale Giovanile della diocesi. Don Gigi ha conosciuto don Tonino Bello quando era ancora un ragazzino e con lui è maturato come uomo e nel desiderio di consacrarsi a Cristo. Tanti gli aneddoti raccontati ai ragazzi, che alla fine gli hanno posto molte domande. Tra i suoi ricordi più belli, quelli di un don Tonino amante del mare, che portava i “suoi ragazzi” in spiaggia per insegnare loro a nuotare. “Questa era la sua didattica: ti metteva sulle spalle, ti portava dentro l’acqua e dopo aver percorso diversi metri, ti metteva giù. Poi con una mano sotto la pancia, ti diceva di alzare una mano poi l’altra e di muovere le gambe come se fossi in bicicletta. Quando si accorgeva che capivi il movimento e diventavi duttile, ti lasciava e si fermava a 50 centimetri da te. “Io sto qui, tu fai da te, impara ad essere te stesso – diceva -. Se hai bisogno, se non ce la fai, stendi la mano e mi trovi ma devi deciderlo tu quando non ce la fai. Significava imparare a prendere la misura dell’amore, ad amare prima di tutto noi stessi”. L’incontro, aperto dai saluti del direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile, don Francesco Maranò e moderato dal vice, don Francesco Tenna, è stato introdotto dall’arcivescovo della diocesi di Taranto, mons. Filippo Santoro. “Dobbiamo vivere il quotidiano – ha detto, riferendosi al tema scelto per l’incontro, che era ‘Vivere intensamente il presente’ – anche nelle difficoltà in cui ci troviamo a causa della pandemia. Questo è un tempo di sofferenza, solitudine. È un tempo giusto per farci delle domande. Dobbiamo pensare alla nostra vita, ai nostri desideri, avere uno sguardo sul presente. Al nostro lavoro, allo studio, alle amicizie. Ricerchiamo ciò che dà gusto alla vita. Come dice il Papa, “bisogna vivere non vivacchiare”. E don Tonino Bello è l’esempio di come si può vivere una vita da protagonisti».

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori