Papa Francesco: al Gemelli, “in questo tempo di pandemia ci siamo scoperti più piccoli e fragili”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

In tempo di pandemia, “potremmo scoraggiarci. Per questo abbiamo bisogno di conforto”. Lo ha spiegato il Papa, al termine dell’omelia della messa celebrata oggi al Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Tante incertezze ci spaventano”, l’analisi di Francesco: “in questo tempo di pandemia ci siamo scoperti più piccoli e fragili. Nonostante tanti meravigliosi progressi, lo si vede anche in campo medico: quante malattie rare e ignote – quando trovo nelle udienze persone e bambini e domando di che è malato: ‘è una malattia rara’ – quanta fatica a stare dietro alle patologie, alle strutture di cura, a una sanità che sia davvero come dev’essere, per tutti”. “Il Cuore di Gesù batte per noi ritmando sempre quelle parole: ‘Coraggio, non avere paura!’”, il messaggio di speranza del Papa: “Coraggio sorella, coraggio fratello, non abbatterti, il Signore tuo Dio è più grande dei tuoi mali, ti prende per mano e ti accarezza, ti è vicino, è compassionevole, è tenero. Egli è il tuo conforto. Se guardiamo la realtà a partire dalla grandezza del suo Cuore, la prospettiva cambia, cambia la nostra conoscenza della vita perché, come ci ha ricordato San Paolo, conosciamo ‘l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza’. Incoraggiamoci con questa certezza, con il conforto di Dio. E chiediamo al Sacro Cuore la grazia di essere capaci a nostra volta di consolare. È una grazia che va chiesta, mentre ci impegniamo con coraggio ad aprirci, aiutarci, portare gli uni i pesi degli altri”. “Vale anche per il futuro della sanità, in particolare della sanità cattolica”, ha precisato il Papa: “condividere, sostenersi, andare avanti insieme. Gesù apra i cuori di chi si prende cura dei malati alla collaborazione e alla coesione. Al tuo Cuore, Signore, affidiamo la vocazione alla cura: facci sentire cara ogni persona che si avvicina a noi nel bisogno”.

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