Lotta alla mafia: mons. Pennisi (Monreale), “trasferire beni confiscati a soggetti appartenenti al Terzo settore”

“La creazione dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata è stato un tentativo innovativo di introdurre un’amministrazione dinamica dei patrimoni confiscati, finalizzata a snellire le procedure contribuendo al superamento delle criticità che spesso ostacolano o rallentano la restituzione alla collettività dei patrimoni mafiosi”. Lo ha detto mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, intervenendo al seminario promosso dalla Prefettura di Palermo sul tema: “I beni confiscati sono beni comuni”. Per mons. Pennisi, “i beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentano una risorsa economica imprescindibile per il nostro Paese che ha avviato tante buone pratiche delle quali sono stati protagonisti: pubbliche istituzioni, scuole, associazioni di volontariato, cooperative sociali ma anche realtà ecclesiali”. Tra i numerosi progetti di assegnazione e utilizzazione di beni realizzati dall’Agenzia nazionale in Sicilia, il vescovo ha citato la “Casa dei 100 passi” confiscata a Tano Badalamenti nel Comune di Cinisi, oggi utilizzata in parte quale sede dell’Associazione in memoria di Peppino Impastato e  in parte quale biblioteca comunale; la casa confiscata alla famiglia di Bernardo Provenzano a Corleone e utilizzata quale sede della “Bottega dei saperi e dei sapori”; le centinaia di ettari sequestrate ai fratelli Guarneri dal beato Rosario Livatino oggi assegnate a una cooperativa agricola gestita da giovani disoccupati; il feudo Verbuncaudo confiscato a Michele Greco detto “il papa” e ora assegnato ad un consorzio  Sviluppo e legalità che lo coltiva; il centro ippico Giuseppe Di Matteo, il centro “Amico mio” a Villagrazia di Carini,  il terreno di Brancaccio assegnato alla parrocchia San Gaetano di Palermo per la realizzazione della nuova chiesa intitolata a don Pino Puglisi e un bene assegnato dal Comune di Palermo alla parrocchia Maria SS. Addolorata di Molara dell’arcidiocesi di Monreale per progetti in favore di soggetti svantaggiati.
“Affinché tali patrimoni possano positivamente incidere sul nostro tessuto economico- sociale è essenziale un impegno condiviso per potenziare e ottimizzare le attività connesse all’amministrazione e destinazione dei beni confiscati per reinserirli nell’economia legale con conseguenti positivi effetti in campo occupazionale ma anche sociale”, l’invito di Pennisi. Tra le proposte da realizzare in futuro, il vescovo di Monreale ha citato quella di “consentire all’Agenzia nazionale, aperta al mondo istituzionale, accademico, imprenditoriale e dell’associazionismo, di poter trasferire alcuni beni confiscati direttamente a soggetti appartenenti al Terzo settore, velocizzando le destinazioni”.

 

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