Estate 2020: Salesiani Spagna, attività tra “innovazione, sicurezza, distanziamento fisico e azione locale”

Innovazione, sicurezza, distanziamento fisico e azione locale. È con questo approccio che la Confederazione dei Centri Giovanili Don Bosco in Spagna chiede “una visione più ampia dei bisogni dei bambini e dei giovani per quest’estate”, a fronte della crisi sanitaria di Covid-19. Le previsioni indicano che quest’anno circa 10.000 bambini, adolescenti e giovani parteciperanno alle attività estive dei centri giovanili dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Queste iniziative, riferisce l’agenzia salesiana Ans, sono possibili grazie alla collaborazione di 1.500 volontari che offrono il loro tempo libero per essere al servizio degli altri. La proposta della Confederazione è di “adattare, ridisegnare e innovare le proprie attività, rendendo la realtà dei bambini e dei giovani compatibile con le misure sanitarie e igieniche stabilite. In questo contesto, lanciano la campagna “Verano en positivo” (Estate in positivo), che mira a rendere visibili tutte le attività che si svolgono nei centri giovanili, a fornire risorse sane ed ecologiche per il tempo libero, a trasmettere alle famiglie e ai minori un messaggio rasserenante e di fiducia nelle attività proposte, a motivare i centri giovanili a non interrompere la loro attività e a pubblicizzare la loro proposta di valore”. Con un occhio particolare ai giovani a rischio di esclusione. Per fornire soluzioni e idee, la Confederazione Don Bosco propone, tra le altre cose, “cercare alternative valide e sicure che consentano un accompagnamento educativo e pastorale durante quest’estate eccezionale; promuovere il lavoro a livello locale ed evitare pernottamenti e spostamenti territoriali delle attività estive; focalizzare il concetto di distanziamento sul valore fisico e non su quello sociale”, perché non si comprometta lo sviluppo sociale dei minori; garantire l’accesso al tempo libero come strumento per l’educazione dei giovani e dei bambini; non porre limiti assoluti al numero globale dei partecipanti alle attività, ma collegare tali limiti alla capacità degli spazi in cui si sviluppano; esigere che diversi spazi pubblici o privati possano essere messi a disposizione degli enti che s’impegnano per il tempo libero”. Nell’ambito della sua responsabilità, la Confederazione Don Bosco “continuerà ad occuparsi dei bambini e dei giovani nonostante le sfide e le difficoltà che questa pandemia sta ponendo, e spera di trasformare tutto questo in una nuova opportunità per assistere e accompagnare i giovani”.

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