Scuole paritarie: mons. Oliva (Locri), “scongiurare il pericolo della chiusura. Sono realtà vive, dinamiche, centri educativi”

“Salviamo le scuole pubbliche paritarie”. È l’appello, in una lettera, di mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace. “Bisogna adoperarsi per scongiurare il pericolo della chiusura di questi punti di riferimento fondamentali per l’educazione di tanti bambini – ha scritto il presule – attraverso un impegno concreto e sinergico per rilanciare tali attività, sostenerle e coordinarle”.
“Sono giorni difficili di angoscia e trepidazione, ma anche di attesa fiduciosa del superamento di questa fase di emergenza, determinata dalla diffusione del coronavirus – ha constatato il presule –. Tutto il mondo della scuola ha accolto con la massima responsabilità e con la scrupolosa osservanza le prescrizioni date ed ogni iniziativa, finalizzata a bloccare la propagazione di questo nemico subdolo e insidioso. È il tempo di pensare a come ripartire e definirne al meglio le linee con una progettualità chiara, che dia risposte certe ai tanti bisogni che si stanno progressivamente determinando”.
Richiamando anche le sollecitazioni dei vescovi italiani, mons. Oliva ha evidenziato che tali scuole “sono realtà vive, dinamiche, centri educativi e, perché no, di sostentamento economico, sulle quali desidero richiamare tutti, e le istituzioni in particolare, a porre una particolare attenzione”. Infatti, “si tratta di strutture situate in paesi, il più delle volte piccoli o piccolissimi, nei quali non esistono altre esperienze educative e formative, dove anche lo Stato, molto spesso, ha chiuso le scuole. Segni di speranza e fiducia nell’avvenire”. Mons. Oliva ha evidenziato che “il problema coinvolge, anzitutto, le famiglie, che continuano certamente a fruire del lavoro di queste realtà, attraverso la didattica a distanza, ma che faticano a sostenere le rette, peraltro sostanzialmente basse, a causa dall’assenza dal lavoro di uno o di entrambi i genitori”. Altresì, prosegue mons. Oliva, “i gestori, rischiano seriamente di non poter ripartire”. “Il contributo economico delle famiglie – conclude il presule – è essenziale, rappresentando la quasi totalità delle risorse per la copertura delle consistenti spese, specie per quanto riguarda il personale, qualificato e professionale”.

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