Coronavirus Covid-19: Acerra, il vescovo Di Donna domenica affida a intercessione S. Alfonso de’ Liguori protezione della diocesi e di tutto il mondo

Una Messa dove visse il santo patrono della diocesi per affidare alla sua intercessione la Chiesa di Acerra e tutto il mondo sconvolto dalla pandemia. Domenica 26 aprile, alle 17.30, il vescovo Antonio Di Donna presiederà la celebrazione eucaristica, senza concorso di popolo, nella cappella dell’episcopio di Arienzo, comune in provincia di Caserta che oggi ricade nel territorio della diocesi di Acerra, ma che faceva parte della diocesi di Sant’Agata dei Goti quando nel tardo ‘700 il santo e dottore della Chiesa Alfonso Maria de’ Liguori era il vescovo. Proprio in quel tempo, per diversi mesi all’anno, il “più napoletano dei santi” risiedeva ad Arienzo per motivi di salute e in quella stessa cappella celebrava la Santa Messa quotidiana.
Mons. Antonio Di Donna, che ha affidato da subito il suo servizio episcopale ad Acerra al “più santo dei napoletani”, dedicandogli anche la prima lettera pastorale, chiederà al patrono della diocesi di proteggere il popolo di Dio a lui affidato e il mondo intero, in questo drammatico momento storico.
Non a caso, il presule ha voluto che l’episcopio diventasse un luogo per conservare la memoria di questo “gigante della fede” – nel 2018 vi è stato inaugurato all’interno il Museo Alfonsiano per testimoniare l’attualità della testimonianza del santo – e soprattutto contribuisse a coltivare e diffonderne la spiritualità a beneficio delle generazioni di oggi e di domani.
A tal proposito la celebrazione eucaristica, che andrà in onda in diretta streaming sul Canale YouTube e sulla Pagina Facebook della Diocesi di Acerra, sarà preceduta da una breve presentazione dei luoghi.
Mons. Di Donna chiederà a Sant’Alfonso, che aveva dedicato la vita intera ai poveri e abbandonati delle zone interne della regione nel ‘700, di intercedere a protezione della salute del popolo della diocesi di Acerra e del mondo intero, di aiutare i governanti a scelte sagge in soccorso ai tanti poveri che la tragica crisi economica e sociale seguente alla pandemia sta già provocando, esortando tutti alla carità operosa.

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