Coronavirus Covid-19: Ocha (Onu), prima vittima a Gerusalemme Est. 329 i contagiati palestinesi in Cisgiordania, 15 a Gaza

Prima morte per Covid-19 a Gerusalemme est. Si tratta di una donna di 78 anni di Al Issawiya. Ci sarebbe anche una seconda vittima del virus, deceduta nell’ospedale di Hadassah nella notte del 20 aprile, ma la notizia non è stata ancora confermata. Lo rende noto l’Ocha, l’agenzia Onu che coordina gli affari umanitari nei Territori Palestinesi occupati. L’Ocha riporta anche i casi di contagio tra i palestinesi forniti dal Ministero della Salute palestinese. Alla data del 21 aprile si contano 329 contagiati nei Territori Occupati (esclusa Gerusalemme Est), di questi 314 in Cisgiordania e 15 a Gaza. Due le persone morte e 69 quelle guarite. 22.800 i test effettuati. Lo stesso Ministero palestinese informa che al 20 aprile i palestinesi positivi al Covid-19 a Gerusalemme Est erano 120. Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) la situazione a Gerusalemme Est viene gestita dalle autorità israeliane e i pazienti sono trattati dalla East Jerusalem Hospital Network (Ejhn) e dagli ospedali israeliani. Le autorità palestinesi, riporta l’Ocha, avrebbero annunciato un allentamento delle misure restrittive allo scopo di promuovere la ripresa produttiva ed economica. Restano in vigore alcune restrizioni di movimento e di distanziamento fisico. Tuttavia, ogni allentamento potrebbe essere revocato nel momento in cui venisse rilevata una ripresa della diffusione del virus.
Nei governatorati con pochi o nessun contagiato, inclusa la Striscia di Gaza, tutte le attività con meno di tre addetti (settore agricolo, edile, ristorazione, garage e libere professioni) sono autorizzate a lavorare dalle 10 alle 17, mentre le altre attività possono aprire il venerdì e il sabato. Nei governatorati più colpiti, tra cui Ramallah e Betlemme, alcune imprese potrebbero aprire a giorni alterni (domenica, martedì e giovedì) ma con non più di tre persone in ciascun posto di lavoro. Tutti i governatorati resteranno isolati. Sono permessi movimenti commerciali, trasporto delle merci agricole e alimentari e medicine. Moschee, chiese e altri luoghi pubblici rimarranno chiusi e le celebrazioni, compresi gli incontri del Ramadan, sono vietati. Le scuole restano chiuse. L’esame finale dell’anno scolastico avrà luogo il 30 maggio. Prevista anche una ripresa parziale delle attività di banche, assicurazioni e finanziarie. Appurato il fatto che la maggior parte dei palestinesi che hanno contratto il Covid-19 lavorano in Israele o sono persone che sono state in contatto con questi ultimi, le autorità palestinesi hanno stabilito che resta in vigore il divieto per i palestinesi che lavorano in Israele di muoversi tra posto di lavoro e abitazione. Proibito anche lavorare negli insediamenti israeliani.

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