Anziani: Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio), “superare il sistema della residenzialità per passare a un insieme di nuove reti familiari”

Incentivare tutti i programmi che favoriscono la domiciliarità dell’assistenza e delle cure nonché le reti di protezione territoriale, per aiutare le persone a restare a casa. È quanto ha proposto il presidente della Comunità di sant’Egidio, Marco Impagliazzo, oggi, durante una conferenza stampa a Roma, ma anche in streaming, sulla condizione degli anziani, a partire da questo tempo di emergenza per il Covid-19. “Il fenomeno dell’istituzionalizzazione degli anziani – ha detto Impagliazzo – ci fa insistere su un tema su cui Sant’Egidio si dedica da anni: superare il sistema della residenzialità per passare a un insieme di nuove reti familiari sempre più urgente in un continente che invecchia come l’Europa”. L’assistenza domiciliare integrata è attualmente irrisoria, solamente 16 ore all’anno, per anziano bisognoso. “Uno squilibrio impressionante, che mostra come la vera assistenza la fanno le badanti, circa un milione di persone”, secondo Impagliazzo, che ha aggiunto: “Abbiamo salutato con grande soddisfazione la scelta del governo di regolarizzare migliaia di lavoratori immigrati e auspichiamo una semplificazione degli strumenti e delle procedure: infatti con la chiusura di alcuni uffici pubblici, a causa della pandemia, è difficile ottenere il certificato dell’idoneità alloggiativa, richiesto ai datori di lavoratori, Si passi anche qui all’autocertificazione”.
Sviluppare forme alternative di assistenza, come il cohousing perché si possono modellare a seconda dei bisogni delle persone. Sono soluzioni “flessibili”, che anche durante la fase acuta del lockdown hanno garantito protezione e buona qualità di vita. “In varie regioni italiane monitoriamo le condizioni degli anziani e attiviamo reti di protezione per evitare i ricoveri senza motivo, con persone finiscono in ospedale o in strutture residenziali per piccole patologie”, ha chiarito Impagliazzo. Da un’inchiesta condotta su 6.500 anziani di tre regioni (Lazio, Liguria e Piemonte) in cura del programma “Viva gli Anziani!” risulta un tasso di mortalità inferiore del 20% nei mesi duri del lockdown. “Aiutare gli anziani a restare a casa loro, in tanti casi, può salvare la vita”, ha concluso il presidente della Comunità di Sant’Egidio.

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