Terremoto Centro Italia: Emergency, “ricostruzione a rilento, la maggior parte della popolazione ancora in case di emergenza”

“A quattro anni dal sisma, purtroppo, la crisi sanitaria che stiamo vivendo dovuta alla pandemia va ad aggiungersi ai danni sia psicologici che materiali causati dal terremoto. In questo territorio la vulnerabilità sanitaria si somma a quella economica, sociale e demografica”. Così Giovanna Bianco, psicologa e operatrice del progetto di assistenza psicologica e infermieristica per la popolazione colpita dal terremoto in Centro Italia di Emergency, commenta l’anniversario del sisma che nel 2016 scosse le Marche. Il 30 ottobre 2016, un terremoto di magnitudo 6,5, con epicentro tra Norcia e Preti, si abbatté sulla zona del Maceratese, demolendo la basilica di San Benedetto di Norcia, radendo al suolo la parte alta della frazione di Castelluccio e costringendo 30.000 persone ad abbandonare immediatamente le proprie case.
Dal 2017, in risposta alle richieste delle istituzioni locali, Emergency è intervenuta nel Centro Italia con un servizio ambulatoriale itinerante che quotidianamente offre gratuitamente assistenza psicologica e infermieristica nella provincia di Teramo e Macerata. Oggi è presente nelle località di Camerino, Caldarola, Pieve Torina, Muccia, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Montorio al Vomano, Castelli, Nerito, Compli, Campotosto e Macioni, con particolare attenzione alle comunità montane e rurali. “Anche se il Decreto Rilancio ha velocizzato alcune procedure, la ricostruzione è finora andata avanti a rilento – riferisce Bianco –. La maggior parte della popolazione continua a vivere in soluzioni abitative di emergenza e quindi a non avere alcuna progettualità rispetto al proprio futuro. Vivono in una condizione di lutto e di frustrazione, soprattutto i più anziani”.

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