Bielorussia: mons. Kondrusiewicz (Minsk), “il vescovo deve stare con la sua gente”. Ieri a Minsk la preghiera dei bambini

Vivere “in esilio forzato” lontano dalla propria terra e soprattutto dai propri fedeli “è difficile perché non posso incontrare nessuno, non posso vedere nessuno. Posso solo vivere in una unità spirituale con la mia gente nella preghiera. Posso sempre ripetere: Fiat voluntas tua”. Con queste parole l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, metropolita di Minsk-Mogilev, racconta al Sir come sta vivendo questo periodo di allontanamento forzato dalla Bielorussia. Era il 31 agosto, quando di ritorno da un viaggio compiuto in Polonia per motivi esclusivamente religiosi, l’arcivescovo Kondrusiewicz è stato fermato dalla polizia al valico di frontiera Kuznica Bialystok-Bruzgi e gli è stato negato l’ingresso in Bielorussia. L’arcivescovo si trova in questi giorni a Roma, da dove però ripartirà già domani. Qui, ieri, ha incontrato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. Dell’incontro mons. Kondrusiewicz dice: “Posso solo dire che il Vaticano farà tutto il possibile per il mio ritorno in patria”. Secondo quanto riporta il sito dei vescovi bielorussi, la Santa Sede si è detta “preoccupata” per il divieto imposto al metropolita di Minsk-Mogilev di ritornare in Bielorussia e sta compiendo “ogni sforzo per risolvere la situazione il prima possibile nella speranza che il problema venga risolto positivamente”. Dall’11 al 14 settembre scorso, il segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher, si è personalmente recato in visita a Minsk dove ha avuto modo di incontrare, nella sede del ministero degli Affari esteri, il ministro Vladimir Makei e, in nunziatura, il vice ministro degli Affari esteri e ambasciatore presso la Santa Sede, Sergei Aleinik.

E mentre la diplomazia è all’opera, in tutto la Bielorussia le comunità cattoliche si stringono in preghiera nelle chiese per invocare il dono della pace e il ritorno del loro vescovo in patria. Ieri, 19 ottobre, a Minsk, nell’ambito dell’azione mondiale “Un milione di bambini pregano il rosario”, promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre, bambini e genitori si sono riuniti per una preghiera comune del rosario con il vescovo Yuri Kasabutsky, dedicata in modo particolare alla pace nel mondo, all’unità di tutti i popoli, alla fine della pandemia e al ritorno dell’arcivescovo Kondrusiewicz. Per motivi di sicurezza sanitaria, la veglia si è svolta all’aperto. “Tramite Internet – ci racconta mons. Kondrusiewicz – ho potuto seguire e pregare con loro. Queste iniziative sono per me un sostegno spirituale molto grande. La preghiera della gente è anche segno che il vescovo deve stare con la sua gente”. Intanto non cessano le proteste. Domenica scorsa, decine di migliaia di persone hanno ancora una volta manifestato in piazza contro l’esito delle elezioni presidenziali del 9 agosto scorso, in attesa di una risposta all’ultimatum lanciato a Lukashenko: “Dimettiti o uno sciopero generale bloccherà il Paese”. Sulla situazione, mons. Kondrusiewicz ribadisce: “La nostra speranza è sempre per una pacifica soluzione del problema che oggi viviamo”.

 

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