Pastorale degli anziani: card. Tolentino de Mendonca, gli anziani “non vivono un tempo supplementare”, sono “maestri della fede”

“Siamo abituati a pensare agli anziani come se vivessero un tempo supplementare, come se avessero smesso di agire nella costruzione della storia. Dio non la pensa cosi”. Lo ha spiegato il card. José Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, intervenuto al primo Congresso internazionale di pastorale degli anziani, promosso a Roma dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita sul tema “La ricchezza degli anni”. L’esempio scelto dal cardinale è quello di Abramo, un anziano di 75 anni “chiamato da Dio ad iniziare una nuova storia quando pensava che la sua fosse già finita”. “Un pensionato viaggiatore, un pellegrino con le mani vuote e gli occhi colmi, un uomo che poteva vivere di rendita ma a cui Dio ha fatto vedere l’immensità del cielo”: è l’identikit di Abramo, nelle parole di Tolentino. “Essere vecchi – ha proseguito – è un lavoro esigente: vuol dire cominciare da zero e farlo spesso, costringe a reimparare cose che prima abbiamo insegnato ad altri. Vuol dire fare quello che facevamo prima, ma più piano; fare di più con meno, capire il valore delle briciole, che sono il nostro più grande alimento. Vuol dire lottare per una conversazione con un quinto dei vocaboli, ma con occhi che parlano cinquanta volte di più”. “La Chiesa ha bisogno che gli anziani diventino convinti maestri della fede”, l’appello del porporato.

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