Incontro S. Egidio: Patriarca Bartolomeo lancia monito sulla cura della casa comune, “inizia il tempo dell’agire”

(Foto Vatican Media/SIR)

“È finito il tempo della moda ecologica, della sua idealizzazione o peggio della sua ideologizzazione. Inizia il tempo dell’agire”. Un discorso centrato sulla cura della “casa comune” quello pronunciato oggi pomeriggio a Roma dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli, prendendo la parola all’Incontro internazionale di preghiera per la pace che si sta svolgendo in piazza del Campidoglio con il titolo “Nessuno si salva da solo. Pace e fraternità”, alla presenza di Papa Francesco, del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e dei leader religiosi. “Ci è data – ha detto Bartolomeo – la possibilità nuovamente di incontrarci in questo periodo difficile per l’umanità intera, ma allo stesso tempo propizio per interrogarci, meditare, pregare ed agire per costruire una società migliore, capace di accettare le grandi sfide del momento, che non riguardano solo alcuni popoli o nazioni, ma l’intera vita su questa meravigliosa nostra casa, il mondo, dono della misericordia di Dio”.  Il Patriarca è convinto che “per costruire la fraternità che porta alla pace e alla giustizia, al rispetto e alla comprensione, per sentirci familiari come in un focolare domestico, dobbiamo cominciare col curare la nostra casa comune, dentro la quale ci troviamo tutti, figli di questa umanità e di ogni cosa creata da Dio”. Molti sono i progressi fatti in questi anni soprattutto in ambito di sensibilizzazione dell’opinione pubblica grazie a movimenti, correnti di pensiero, scienziati o semplici cittadini del mondo che “hanno da molto tempo lavorato e lavorano per curare il nostro pianeta malato”. Ma “tutto questo – ha aggiunto Bartolomeo – è stato soppiantato velocemente dalla crisi sanitaria ed economica mondiale, causata della pandemia in corso, che a sua volta ci ha posto nuovi interrogativi”. Occorre quindi “intraprendere un nuovo percorso” per passare da “un domìnio assoluto dell’essere umano sull’intero universo” ad una ecologia intesa “come segno della presenza del divino nella creazione”. L’umanità – è questo il monito lanciato da Bartolomeo – deve “riprendere il suo ruolo di custode ed economa del creato: non c’è più posto per fondamentalismi, ingiustizie sociali ed economiche, edonismo, egoismo, smània di dominio”. “Nella casa comune, fraternità e pace non sono elementi di integrismo religioso o culturale, ma vera libertà che ci fa comprendere in questa ora buia della terra che nessuno si salva da solo”.

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