Mai occupati come oggi. Secondo i dati dell’Istat “c’è un nuovo massimo storico del tasso di occupazione che ha raggiunto il 62.8% con il numero più alto di sempre”. Così ha dichiarato il ministro delle imprese del Made in Italy Adolfo Urso, con un videomessaggio inviato nell’ambito di “Match point. L’impresa nella normalità del disordine” organizzata a Roma da Confartigianato imprese.
Nonostante tali dati, come ha spiegato Mauro Magatti, professore di Sociologia all’Università Cattolica di Milano, “si tratta di un lavoro spesso povero che non genera soddisfazione, con un forte problema dei salari. Il lavoro è ancora un luogo della costruzione del sé solo per pochi”. Nel suo intervento dal titolo “Il senso del lavoro nel ricambio generazionale”, ha parlato del “crescente senso di incertezza che crea sfiducia nei giovani dai 15 ai 25 anni, come riporta una ricerca nazionale in corso. Solo il 20% circa di loro è positivo nei confronti del futuro. Il 25% è depresso e distaccato, con la paura del mondo e una forte ansia. La restante parte rimane bloccata dalle ansie derivate dalle molteplici possibilità”. Tra i punti di forza, secondo Magatti, che l’artigianato può offrire all’occupazione giovanile, ci sono la manipolazione della tecnologia non come semplice strumento e l’unicità a contrasto della standardizzazione.
A ribadire lo stesso tema è stato il giornalista Aldo Cazzullo che ha parlato di “Identità italiana” sottolineando come “essere diversi uno dall’altro è la nostra forza”. In un momento difficile a livello mondiale, ha detto: “ognuno di noi dovrebbe fare passare che essere italiani è un’opportunità e anche una responsabilità. Possiamo ancora tirare fuori grandissime cose”.
Presente alla tavola rotonda anche mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, che citando la Rerum Novarum, di Leone XIII, ha detto: “Lo sviluppo lo fanno i soggetti reali, la gente che lavora, che scommette su se stessa in un’impresa capace di produrre sviluppo”.