Pace: Buonomo (Lateranense), “il Papa richiama la responsabilità di ognuno di noi e auspica una leadership in grado di governare i processi”

“Il Papa ha fatto riferimento ai quattro asset che concorrono a determinare la pace: la soluzione dei conflitti, del problema della mobilità umana, la libertà di religione, il tema ambientale. Da qui occorre partire per comprendere quale sia la dimensione di pace di cui il Pontefice parla in tutti i contesti”. Lo ha detto al Sir Vincenzo Buonomo, rettore della Pontificia Università Lateranense, commentando il viaggio di Papa Francesco in Kazakhstan che si conclude oggi, costellato di ripetuti inviti alla pace ad a ricorrere, come ha detto ieri parlando ai Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, anziché alle armi, agli strumenti dell’incontro, del dialogo, e delle “trattative pazienti”. “L’ulteriore elemento richiamato dal Pontefice – prosegue Buonomo – è che tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a concorrere alla pace. Troppo spesso, invece, c’è qualcuno che si esclude oppure che dall’esterno lavora contro”. Dai diversi interventi del Papa emerge, secondo il rettore della Lateranense, “l’indicazione di ciò che possiamo fare. Francesco ha rilanciato quello che ha definito lo ‘spirito di Helsinki’, la volontà di rafforzare il multilateralismo, l’importanza che gli Stati, i governi e le società civili abbiano la capacità di mettersi intorno ad un tavolo per comprendere le questioni e cercare insieme le modalità per affrontarle. Ma questo significa esprimere una leadership. Il Papa ha affermato chiaramente che abbiamo bisogno di una leadership che sia in grado di governare questi processi. Una leadership a tutti livelli: sia ecclesiale, sia, più direttamente, politico sociale, economica, ma anche con una forte componente di ispirazione filosofico-teologica”. Come aspetto di carattere generale, “emerge inoltre un concetto di libertà declinato in modo più ampio rispetto al concetto al quale siamo abituati. Ieri il Pontefice ha parlato della libertà non come di un qualcosa da raggiungere, ma come di un qualcosa da poter realizzare concretamente da parte delle persone. Un’idea di libertà – conclude Buonomo – che elimina la rivendicazione ma chiede piuttosto di trovare le vie per essere messa in atto”.

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