“Un nuovo spazio di creatività, lavoro e sostenibilità. Per dare maggior forza a un progetto virtuoso che, da oltre 15 anni, promuove l’inclusione lavorativa e sociale di donne in situazioni di fragilità”. Il progetto “Taivè – Un filo per l’integrazione” inaugura, come spiega un comunicato, il suo laboratorio di sartoria sociale in via Uruguay 37 a Milano. “Ovvero il luogo in cui, utilizzando materiali e scarti tessili riciclabili, saranno realizzati i prodotti destinati a essere venduti nel nuovo negozio di Taivè, aperto nello scorso dicembre in piazza San Materno 18, sempre a Milano”. Nato nel 2009 su iniziativa di Caritas Ambrosiana, il progetto è realizzato in collaborazione con la cooperativa Vesti Solidale, membro del Consorzio Farsi Prossimo (rete di 12 imprese sociali promossa da Caritas). “Dalla sua nascita, Taivè ha coinvolto 45 donne provenienti da oltre 20 Paesi del mondo, fornendo loro competenze professionali (nei campi della stireria, della sartoria, della realizzazione di piccole riparazioni e di nuove confezioni) e strumenti per un’effettiva integrazione sociale e lavorativa”. Con il laboratorio di via Uruguay, il progetto “potenzia – si precisa – l’attività produttiva e si conferma elemento di snodo tra artigianato, sostenibilità ambientale e integrazione sociale”. L’evento inaugurale sarà moderato da Giovanna Sciacchitano, giornalista di Avvenire. Seguiranno i saluti istituzionali, con la partecipazione di: Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana; Matteo Lovatti, presidente di Vesti Solidale; don Andrea Meregalli, parroco di Maria Regina Pacis; Giulia Pelucchi, presidente Municipio 8, Comune di Milano. Seguirà la presentazione del progetto Taivè, della sua evoluzione e delle sue prospettive; ne parleranno Maria Squillaci, coordinatrice di progetto, e Flora Todeschini, consulente di sartoria.