Bolivia: i vescovi aderiscono all’incontro del Forum sociale panamazzonico. Mons. Coter, “mercurio delle miniere d’oro clandestine avvelena la popolazione”

(Foto ANSA/SIR)

In considerazione della situazione nel territorio amazzonico, la Conferenza episcopale boliviana (Ceb), attraverso un comunicato, ha annunciato la sua partecipazione e il suo sostegno al pre Forum sociale panamazzonico (Fospa), un incontro cruciale che dal 2002 riunisce popoli indigeni, giovani, donne e altri attori legati alla realtà sociale, economica, ambientale e politica della grande regione amazzonica. I vescovi della Bolivia, in occasione del Fospa boliviano, che si tiene dal 20 al 23 luglio a Rurrenabaque – San Buenaventura, “inviano il loro saluto a tutte le organizzazioni e istituzioni che vivono e lavorano per la cura della nostra Amazzonia”. Annunciano la loro presenza a questo importante evento, “sperando che le conclusioni e le proposte arrivino anche alla conoscenza e all’azione delle autorità e degli attori sociali, politici ed economici del Paese”. La Ceb è presente al Fospa con mons. Eugenio Coter, vescovo del vicariato apostolico di Pando, e con una delegazione di Repam Bolivia e della Fondazione Giubileo, “contribuendo all’analisi e al dialogo nei tavoli di lavoro”, si legge nel comunicato dei vescovi. La Ceb incoraggia “ad accompagnare lo sviluppo di questo importante incontro, che rappresenta il cammino verso l’XI Forum sociale panamazzonico internazionale che si terrà nel 2024 in Bolivia. “Ospiteremo molti popoli indigeni, organizzazioni sociali e istituzioni della società civile del nostro continente, nella ricerca della cura della Casa comune”, si legge nel comunicato. È dei giorni scorsi la forte denuncia di mons. Coter rispetto alle miniere d’oro clandestine: “Non abbiamo ancora superato il problema delle miniere illegali; secondo il governo, l’oro è estratto senza autorizzazione. Ma il problema non è solo questo, il problema è la contaminazione da mercurio che molte persone hanno già subito”, ha detto il vescovo. Altro problema è quello della presenza di giovani spacciatori nelle comunità: “Penso ai quattordicenni che fanno gli spacciatori qui, nelle nostre comunità e i vicini e i capi quartiere sanno chi sono e non succede nulla, nessuno li tocca”, ha sottolineato mons. Coter, che si è chiesto: “Se amiamo i nostri figli, riempiamo la loro vita di droga, se amiamo i nostri figli, riempiamo la loro vita di mercurio, se amiamo i nostri figli, riempiamo la loro vita di violenza?”.

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