Perù: ieri la cosiddetta “terza presa di Lima”, in manifestazioni almeno 11 feriti. Gli appelli del card. Barreto e di mons. Castillo, “politici ascoltino la gente”

Almeno undici persone sono rimaste ferite e sei sono state arrestate durante la cosiddetta “terza presa di Lima”, la manifestazione che si è svolta ieri nella capitale del Perù per chiedere le dimissioni della presidente Dina Boluarte da presidente del Perù, nonché la chiusura del Congresso, la convocazione di nuove elezioni e la stesura di una nuova Costituzione. Non sono mancati momenti di tensione tra le forze dell’ordine e i manifestanti. Secondo le immagini registrate durante le manifestazioni, alcuni agenti di polizia sono stati ripresi mentre sparavano ad altezza d’uomo verso i cittadini. Il Governo, da parte sua, ha assicurato che non sarebbero state usate armi per attaccare l’integrità del popolo. Nel corso della giornata non sono mancate le prese di posizione da parte della Chiesa peruviana.
Il card. Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo e vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana, in un’intervista al quotidiano “La República”, oltre a riprendere l’appello a non manifestare con violenza rivolto dall’episcopato alla vigilia della manifestazione, ha aggiunto: “Quello che sta accadendo in Perù è che stanno passando presidenti, membri del Congresso, operatori della magistratura e persone in diverse istituzioni statali”, ma “quello che vediamo è un risultato politico e sociale che sta peggiorando sempre di più. Stiamo vivendo un’indigestione di politica. Questa non è politica”. E ha aggiunto: “I politici, per la maggior parte, non ascoltano la gente. Il fatto che la presidente non riconosca la validità della protesta costituzionalmente sostenuta è molto preoccupante”.
L’arcivescovo di Lima e primate del Paese, mons. Carlos Castillo, ha affermato: “Chiediamo a tutti noi di avere un esempio di partecipazione democratica con questa mobilitazione, che sia qualcosa di ben fatto”. E ha sottolineato che nel Paese c’è stato un “accumulo eccessivo” di mancanza di partecipazione da parte di molti settori, dato che la democrazia può esistere solo “allargandola” dalla base della società e nel dialogo con la base e ascoltando il clamore della popolazione. “Mi sembra che si debbano chiamare a raccolta tutte le organizzazioni di tutte le regioni, perché il messaggio interessante che arriva da questa manifestazione è che si deve valorizzare la diversità”.

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