Primo maggio: Cei, “scommettiamo sulla capacità di futuro dei giovani. Abbiamo bisogno di alleanza tra economia, finanza, politica, cultura per costruire reti di accompagnamento”

foto SIR/Marco Calvarese

“Ascoltare” i “giovani ci aiuta ad incontrarli, assieme a tanti altri che hanno sicuramente molto da dire, ai quali ci offriamo come compagni di viaggio. Vogliamo trovare il modo ed il tempo per sognare il loro stesso sogno di un’economia di pace e non di guerra; un’economia che si prende cura del creato, a servizio della persona, della famiglia e della vita; un’economia che sa prendersi cura di tutti e non lascia indietro nessuno. Desideriamo un’economia custode delle culture e delle tradizioni dei popoli, di tutte le specie viventi e delle risorse naturali della Terra, ‘un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, beati i poveri'”. Lo scrive la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, nel messaggio “Giovani e lavoro per nutrire la speranza”, per la Festa dei lavoratori, che cade il primo maggio. “Oggi siamo chiamati a condividere passi e contributi di tanti, perché questa ‘economia di Vangelo’ non rimanga solamente un sogno – evidenziano i vescovi italiani -. Prendiamo sul serio le aspirazioni dei giovani, le loro critiche all’esistente ed i loro progetti di futuro. Portiamo il nostro contributo ovunque si disegnino e si realizzino le politiche del lavoro, le contrattazioni collettive ed aziendali, le molteplici forme dell’imprenditorialità e della finanza”. Di qui l’auspicio: “Una nuova visione dell’economia attenta al grido dei poveri e della Terra, dei giovani che rischiano di essere ‘impoveriti’ del loro futuro, trovi spazio nel mondo culturale ed accademico, e alimenti le prospettive della politica a tutti i livelli. Valorizziamo anche i beni della Chiesa con lo scopo di favorire opportunità lavorative per i giovani nella logica dell’ecologia integrale di Laudato si’”. Non solo: “Scommettiamo sulla capacità di futuro dei giovani. Abbiamo bisogno dell’alleanza tra l’economia, la finanza, la politica, la cultura per costruire reti di accompagnamento per i giovani”. Per i vescovi italiani, “questi germogli saranno i segni sicuri di una nuova primavera fatta di relazioni buone tra le persone, di famiglie capaci di aprirsi alla vita con coraggiosa speranza, di una società della solidarietà e della cura reciproca. Siamo certi che l’azione dello Spirito sta suscitando nel mondo germogli di novità grazie anche alle future generazioni. Si sta già realizzando sotto i nostri occhi la profezia di Gioele: ‘Diventeranno profeti i vostri figli e le vostre figlie’ (Gl 3,1)”.

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