Oblio oncologico: dal Cnel un disegno di legge. Riva, “proposta per restituire una vita normale a chi guarisce dal tumore”

“Il ddl si propone di restituire una vita normale a chi guarisce dal tumore. Con l’aumento dell’aspettativa di vita delle persone aumentano anche le loro esigenze, bisogni che devono essere intercettati dal Governo e dal Parlamento, necessità che vanno affrontate e risolte. Ad oggi risulta che il 27% può essere considerato guarito dalla diagnosi da oltre dieci anni ma continua ad avere problemi”. Così Francesco Riva, membro del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), commenta il disegno di legge sull’oblio oncologico, di cui è relatore, approvato nel corso dell’ultima assemblea del Cnel.
“L’oblio oncologico – viene spiegato in una nota – è un diritto che non è ancora riconosciuto in Italia. Una persona guarita dal tumore continua ad avere problemi pratici come pratiche di lavoro, mutui, l’accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi che richiedono certificati di salute pregressi; certificazioni richieste per lo svolgimento di funzioni o attività di qualsiasi genere o che comunque attestano l’idoneità fisica a tale svolgimento o lo stato di salute dell’interessato, finanche un’adozione. Un problema che riguarda più di 3.600.000 persone che hanno avuto una diagnosi di tumore”. Da qui il ddl “finalizzato a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza delle persone guarite da patologie oncologiche nell’esercizio dei diritti, in attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione, degli articoli 7, 8, 21, 35 e 38 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, del Piano europeo contro il cancro di cui alla Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo e al Consiglio Com/2021/44 final e dell’articolo 8, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”. “Il divieto di trattamento dei dati di cui all’art. 9, comma 1, del Regolamento (Ue) 2016/679 (Gdpr), infatti, ricomprende le informazioni relative a patologie oncologiche pregresse, quando siano trascorsi dieci anni dall’ultimo trattamento attivo della patologia, in assenza di recidive o ricadute, ovvero cinque anni se la patologia è insorta prima del ventunesimo anno di età”, prosegue la nota.
Negli ultimi due anni, nota il Cnel, molti Paesi europei hanno approvato leggi che garantiscono agli ex pazienti il diritto a non essere rappresentati dalla malattia: la Francia è stato il primo Paese a stabilire per legge che le persone con pregressa diagnosi oncologica, trascorsi dieci anni dalla fine dei trattamenti, o cinque, per coloro che hanno avuto il tumore prima della maggiore età, non sono tenute ad informare gli assicuratori o le agenzie di prestito sulla loro precedente malattia. Dopo la Francia è intervenuto il Belgio con una norma simile. In Lussemburgo, anche se non vi è una legge, vige dal 29 ottobre 2019 un accordo tra il Governo e le assicurazioni, in Olanda il “diritto all’oblio oncologico” è stato adottato con decreto-legge il 2 novembre 2020 e più recentemente il Portogallo, con la legge 18 novembre 2021, n. 75, ha rafforzato l’accesso ai contratti di credito e assicurativi da parte delle persone che hanno superato o mitigato situazioni di aggravamento del rischio sanitario o di invalidità, vietando pratiche discriminatorie.

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