Giordania: mons. Anselmi (Rimini) “comunità cristiane locali vive ma da sostenere spiritualmente e materialmente”

Mons. Anselmi (foto Sir)

(Amman) “Abbiamo conosciuto comunità cristiane piccole, ma presenti, impegnate e vive, e per questo da sostenere spiritualmente e materialmente. La Giordania è un Paese con notevoli criticità sociali ed economiche che le comunità cristiane vivono sulla loro pelle. La nostra presenza qui, per questo motivo, è stato un segno importante di vicinanza che ha riscosso la soddisfazione delle tante persone e organismi ecclesiali che abbiamo incontrato come la Caritas Giordania, i giovani della Jec e altri ancora”. Così mons. Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, commenta al Sir la visita di solidarietà condotta dai Vescovi di Usa, Ue e Canada dell’Holy Land Coordination che si è chiusa oggi ad Amman (dal 14 gennaio), con la diffusione del Comunicato finale. Anche se alla sua prima esperienza di delegato della Cei all’Holy Land Coordination, mons. Anselmi non è nuovo a visite e pellegrinaggi in Terra Santa e dunque in qualche modo conoscitore di questa realtà: “Il fronte di impegno maggiore della Chiesa giordana – spiega – è quello dell’accoglienza dei rifugiati in particolare da Palestina, Iraq e Siria, oltre 4 milioni su 10,4 milioni di abitanti. In gioco – ricorda – ci sono quei diritti basilari che riguardano, tra le varie cose, il lavoro, l’assistenza sanitaria, la scuola”. Per il vescovo di Rimini “una chiave di aiuto per la chiesa giordana può arrivare anche dai pellegrinaggi. La Giordania presenta nel suo territorio luoghi significativi per la Cristianità, come il Monte Nebo e il sito del Battesimo di Gesù, sulle rive del Giordano. Vanno riscoperti e incentivati e dagli incontri avuti abbiamo verificato la volontà concreta delle Istituzioni di andare in questa direzione. La Chiesa italiana – sottolinea – cercherà di fare la sua parte facendo riscoprire la Giordania come parte integrante della Terra Santa. Venire qui significa anche non lasciare sole le comunità locali. Riuscire a passare una giornata di pellegrinaggio tra le parrocchie giordane, potrebbe essere una proposta fattibile”. Un’ultima considerazione mons. Anselmi – che per anni è stato responsabile del Servizio nazionale della Cei per la pastorale giovanile – la riserva ai giovani giordani lodandoli per la loro “   creatività ed impegno per la Chiesa e per la società giordana. Le difficoltà per i giovani giordani sono enormi e riguardano soprattutto il loro futuro in patria ma nonostante ciò non fanno mancare il loro apporto fattivo nel campo dell’accoglienza dei rifugiati, del dialogo con i musulmani. Essi sono un esempio per tutti”.

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