Giornalismo: Costa, “Il mercato ha accomunato i giornali cattolici e non”

“Il mercato ha accomunato i giornali cattolici e quelli non cattolici, e questo ha contributi ad indebolire l’editoria religiosa”. Lo ha detto don Giuseppe Costa, intervenendo al convegno “Il mondo della cultura e l’informazione religiosa”, in corso a Pordenone come anteprima di “Ascoltare, leggere, crescere”, sedicesima edizione degli incontri con l’editoria religiosa, in programma a Pordenone dal 23 settembre all’ 8 ottobre. “Le librerie chiudono ma chiudono anche le redazioni’, ha proseguito Costa, sottolineando, in positivo, il ruolo svolto dai settimanali cattolici, come quello della diocesi di Pordenone, “Il popolo”, che quest’ anno compie 100 anni, e la cui storia è stata ripercorsa dall’attuale direttrice, Simonetta Venturin. “C’è un declino nel comparto editoriale classico”, ha detto don Roberto Ponti, direttore di Telenova: “invece si conferma la tenuta della televisione generalista”. Nello strsso tempo, “si è evidenziata una crescita di ricavi di video on demand. In America, le televisioni locali sono al primo posto di chi cerca e ciò avviene anche in Italia, per le informazioninsi croaca cittadina locale”. “Una storia glocal”: così Gianni Cardinale, vaticanista di Avvenire, ha definito la storia dei settimanali cattolici, riferendosi all’incrocio tra dimensione locale e dimensione internazionale che li caratterizza. Riferendosi alla stampa nazionale, Cardinale ha evidenziato che “nei nostri giornali non ci sono più notizie, e questo è drammatico e incide in maniera decisiva sul calo delle vendite”. A livello locale, invece, “c’è un forte legame tra i cittadini e il proprio giornale, e ciò dimostra che la carta stampata può ancora avere un ruolo positivo”. Riguardo al fatto religioso, sul piano informativo secondo Cardinale “c’è indifferenza o strumentalizzazione”, fenomeni amplificati “dallo tsunami dei social”. “L’informazione religiosa è un punto di vista imprescindibile per capire la cultura e la societa”, ha detto Manuela Tulli, giornalista dell’Ansa, spiegando cosa significhi per lei fare informazione religiosa da un punto di vista laico. “Seguire con un certo distacco, come quello del cronista di agenzia, un mondo meraviglioso e complesso come il Vaticano, che interessa tutto il mondo, è un grande vantaggio”, la tesi della relatrice: “i momenti di crisi gravi, come quelli della pandemia e della guerra, hanno dimostrato che la mediazione del giornalista sul posto è essenziale, ed è da qui che può risorgere una professione in crisi come la nostra”.

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