Arte e fede: Perugia, il 13 settembre il card. Ravasi su Perugino e Signorelli

Si terrà martedì prossimo, 13 settembre, alle ore 18, presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori di Perugia, il quarto appuntamento del ciclo di conferenze ‘Le opere d’arte raccontano. Percorsi verso gli anniversari di Perugino e Signorelli’, a cui interverrà il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che affronterà il tema “L’arte e la Scrittura. Modelli di esegesi artistica”. La conferenza – informa la diocesi – sarà introdotta dai saluti del nuovo arcivescovo Ivan Maffeis e del vescovo ausiliare Marco Salvi, delegato per le celebrazioni del V anniversario della morte di Pietro Perugino e di Luca Signorelli (1523-2023). “Per secoli la Bibbia – evidenzia il porporato, anticipando alcuni spunti  del suo intervento – è stata il ‘grande codice’ iconografico dell’arte occidentale con le sue narrazioni, coi suoi personaggi, coi suoi simboli e i suoi temi. Si è creata, così, una sorta di particolare esegesi del testo sacro secondo molteplici modelli che illuminavano, attualizzavano, trasfiguravano e talora anche deformavano il messaggio biblico”. “Partendo dal Perugino col celebre affresco della ‘Consegna delle chiavi a Pietro’ presente nella Cappella Sistina, la sede dei conclavi papali – commenta il cardinale – si proporrà un percorso che riveli alcuni di quei modelli interpretativi elaborati nei secoli, con qualche incursione nelle altre discipline artistiche come la letteratura e la musica. In questo modo si dimostra che arte e fede sono tra loro sorelle nella ricerca del mistero e della trascendenza”. Nell’annunciare l’appuntamento di martedì prossimo, mons. Salvi ricorda che “Paolo VI, nel maggio del 1964, si rivolse agli artisti dicendogli che per loro la grande sfida è quella di ‘carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità’ e questo – osserva il presule – è un insegnamento attuale di fondamentale importanza per comprendere l’opera d’arte approcciandosi ad essa con uno spirito giusto, ma anche uno stimolo per la progettazione delle attività di valorizzazione dei nostri beni culturali e dei musei diocesani che non sono solo un luogo dedito alla tutela e alla conservazione, ma devono essere terreno fertile di incontro e di comunicazione tra generazioni”.

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