Regno Unito: Archie Battersbee. Alta Corte nega trasferimento. Vescovi inglesi, “ogni passo sia compiuto riconoscendo la dignità intrinseca della persona e con compassione”

“Dal momento in cui viene sospeso il suo sostegno vitale”, ogni passo deve essere compiuto riconoscendo “la dignità intrinseca di persona creata a immagine e somiglianza di Dio”. E’ importante assicurare “un processo di accompagnamento compassionevole di Archie e dei suoi genitori in questo momento in cui si dicono addio”. E’ quanto scrive in una nota il vescovo John Sherrington, ausiliare della Diocesi di Westminster e responsabile per le questioni della vita per la Conferenza Episcopale Cattolica di Inghilterra e Galles. Il comunicato è stato diffuso a seguito della decisione presa dall’Alta Corte di oggi, 5 agosto, che ha stabilito che il dodicenne Archie Battersbee non può essere trasferito in un hospice, prima che venga sospeso il trattamento che lo mantiene in vita. “Assicuro ai genitori e alla famiglia di Archie Battersbee, così come a tutti coloro che si prendono cura di lui e a tutti coloro che sono preoccupati per il suo bene, delle mie preghiere in questo momento doloroso”. “Gli argomenti recentemente combattuti nei tribunali sul trattamento e l’assistenza in corso di Archie – osserva il vescovo – evidenziano ancora una volta la necessità di trovare modi migliori di mediazione attraverso i quali genitori e operatori sanitari possano raggiungere accordi comuni ed evitare complessi procedimenti legali. Sebbene la Chiesa cattolica riconosca che ci sono situazioni in cui le cure mediche per sostenere la vita non sono più obbligatorie se non c’è speranza di guarigione, dovrebbero essere fornite cure e trattamenti ordinari adeguati alle condizioni del paziente”. Dopo una lunga battaglia legale, l’Alta Corte di Londra ha appena respinto anche l’ultima istanza avanzata dai genitori per ottenere almeno il trasferimento del bambino in un hospice vicino a casa, in Essex, e concedergli – nelle parole della madre Hollie – una “morte più degna e pacifica”. Epilogo che il giudice incaricato ha negato, accogliendo il parere ancora una volta contrario dei sanitari: in quanto il trasferimento – anche breve – avrebbe comportato “rischi significativi” di un decesso fuori controllo di Archie, dato le sue condizioni “non stabili”, e non sarebbe stato “nel suo miglior interesse”. In teoria i genitori possono tentare ancora la strada dell’istanza di un ulteriore appello su questo specifico punto.

 

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