Memorandum Italia-Libia: Tavolo Asilo e Immigrazione, “da settembre mobilitazione per abolirlo. Scelta grave rifinanziare i cosiddetti guardacoste”

È “una scelta grave che, come associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione, vogliamo denunciare” quella assunta dalle Commissioni congiunte Difesa e Esteri che “hanno votato ancora una volta il decreto missioni e quindi anche il supporto, contenuto nella scheda 47, ai cosiddetti guardacoste libici”. Lo si legge in una nota diffusa dal Tavolo Asilo e Immigrazione nella quale si ricorda che “tra gennaio e luglio 2022, hanno perso la vita nel Mediterraneo 180 migranti e 648 risultano dispersi, mentre i migranti intercettati e riportati in Libia risultano essere 11.057, tra cui 422 minori”. “Autorevoli organismi internazionali delle Nazioni Unite e dell’Europa – evidenziano le associazioni, tra le quali Acat, Acli, Action Aid, Amnesty International, Cir, Cnca, Emergency, Msf e Oxfam – hanno più volte confermato quello che è visibile a tutti: in Libia vengono commessi crimini contro l’umanità, e il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica e alle autorità riconosciute dalla comunità internazionale incrementa tali crimini, oltre ad alimentare il conflitto interno e allontanare il processo di pace”. “Il Parlamento italiano – denunciano ha perso l’ennesima occasione per cancellare la vergogna di torture, stupri, violenza diffusa perpetrati con risorse italiane ed europee, in nome nostro”. Le associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione hanno anche “apprezzato la scelta di chi per la prima volta non ha votato il sostegno ai cosiddetti guardacoste, anche se questo non ha impedito che il provvedimento venisse approvato”. A partire da settembre, “il Tavolo Asilo e Immigrazione – conclude la nota – promuoverà una mobilitazione, per richiamare l’attenzione delle forze politiche sulla necessità di abolire il Memorandum Italia-Libia e quindi di intervenire prima del prossimo 2 novembre, per impedire che si continuino a sostenere le violenze contro chi, dalla Libia, cerca solo di partire e mettersi in salvo da condizioni di povertà o repressione”.

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