Ecumenismo: Charbonnier (pastore valdese), “il dialogo multilaterale essenziale per testimoniare la fede comune in un contesto secolarizzato”

(Foto: Laura Caffagnini)

Non poteva mancare alla 58ª Sessione del Sae, in corso in questi giorni alla Domus Pacis di Assisi, l’attenzione all’XI Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) che si terrà a Karlsruhe, in Germania, dal 31 agosto all’8 settembre. A ripercorrere la storia dell’assise mondiale, a contestualizzarla e a offrirne alcune anticipazioni sono stati il pastore Michel Charbonnier, membro del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese per la Chiesa valdese, e il monaco di Bose Guido Dotti, membro cattolico del Gruppo di studio teologico del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace del Consiglio ecumenico delle Chiese.
“Il Cec è il più ampio e più inclusivo forum organizzato nel movimento ecumenico moderno”, ha spiegato Charbonnier. “L’organismo per le Chiese è uno spazio unico in cui celebrare, parlare, agire, lavorare, pregare insieme. Esse sono invitate a promuovere la testimonianza comune nella missione e nell’evangelizzazione, a sostenere il rinnovamento nell’unità e nel culto e ad impegnarsi nel servizio all’umanità, nella ricerca della pace e della giustizia e nella cura dell’integrità del creato”. L’Assemblea è “un momento di raccoglimento in cui il movimento di conosce, si riconosce, è un happening dello spirito, un’occasione di ricarica. L’Assemblea dice una parola profetica e decide attraverso il metodo del consenso. Il fatto che chiese così diverse riescano a raggiungere un livello tale da poter dire su molti temi una parola chiara insieme è un fatto estremamente prezioso”.
Il tema dell’Assemblea 2022 di Karlsruhe, “L’amore di Cristo muove il mondo alla riconciliazione e all’unità” si inserisce in un processo più ampio, quello del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace del Cec, iniziativa che nacque nel 2013 nell’Assemblea di Busan, ha ricordato Charbonnier. I temi scelti per le diverse Assemblee del Consiglio ecumenico delle Chiese “sono delle lenti interessanti attraverso le quali studiare lo spirito del tempo in cui gli incontri si sono svolti, e al tempo stesso lo stato d’animo, gli orientamenti teologici e gli auspici delle chiese nel momento in cui si sono incontrate”. Esaminando gli elementi del titolo dell’XI Assemblea, Charbonnier ha osservato che l’Europa è frutto di un lavoro di riconciliazione seguito alla Seconda Guerra mondiale ma oggi si trova di fronte alla guerra. Quindi quello dell’Assemblea è un tema più attuale che mai. Ci sono inoltre gesti di riconciliazione a cui il continente è chiamato ad agire nei confronti dei fratelli e delle sorelle del sud del mondo. Il pastore ha osservato l’attuale debolezza nel Cec dei dialoghi multilaterali mentre invece quelli bilaterali funzionano: “Il dialogo multilaterale è essenziale in questo momento per guarire le memorie passate e quelle più recenti e per testimoniare la fede comune in un contesto secolarizzato”. L’aspettativa rispetto all’appuntamento di Karlsruhe è, per Charbonnier, “ritrovare un’esperienza forte a livello interculturale, internazionale, ecumenica e interreligiosa che ti cambia”.

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