Diocesi: Firenze, terminati i restauri delle facciate interne del Battistero

(foto: Fabio Muzzi/Opera di Santa Maria del Fiore)

Liberato dagli ultimi ponteggi, che hanno permesso il restauro delle otto facciate interne, torna visibile il Battistero di Firenze. Risplendono con la ritrovata cromia i magnifici mosaici parietali e quelli che rivestono la volta e l’arco trionfale dell’abside, quest’ultimi fra i più rappresentativi nel grandioso ciclo musivo del “bel San Giovanni”, come lo chiamò Dante. Diretto e finanziato dall’Opera di Santa Maria del Fiore con 2 milioni e 600mila euro e con un contributo della Fondazione non profit Friends of Florence, il restauro delle pareti interne del Battistero di Firenze è stato condotto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Abap per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, e la collaborazione per le indagini diagnostiche con università italiane e laboratori specialistici. In autunno inizierà il montaggio di uno speciale cantiere che permetterà di eseguire l’imponente restauro dei circa 1.200 metri quadrati di mosaici della cupola del Battistero, che durerà alcuni anni. Il restauro delle pareti interne del Battistero di marmo bianco, verde di Prato e mosaici, iniziato alla fine del 2017 e interrotto più volte a causa della pandemia da Covid-19, si è rivelato molto complesso e ha interessato sia la struttura che l’architettura e la decorazione musiva del monumento. Numerose sono state le scoperte emerse durante il restauro delle otto facciate: dalla tecnica musiva assolutamente originale impiegata nei mosaici parietali, alle tracce di foglia d’oro su uno dei capitelli dei matronei, che potrebbe indicare come in origine fossero anch’essi tutti dorati. Un Battistero, dunque, completamente rivestito d’oro: nei capitelli dei matronei, nei mosaici parietali e nell’immensa cupola mosaicata. In occasione del restauro delle facciate interne del Battistero è stato effettuato anche un intervento di pulitura sul monumento funebre dell’antipapa Giovanni XXIII, opera di Donatello e Michelozzo, liberato dalle polveri superficiali che ne coprivano la doratura. Altre attività di restauro hanno riguardato l’antico pavimento in tarsie marmoree che rappresenta anche lo zodiaco e dove si legge: “Qua vengono tutti coloro che vogliono vedere cose mirabili”.

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