Papa in Canada: incontro autorità, “guardare alle sette generazioni future, non alle convenienze immediate”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Le grandi sfide di oggi, come la pace, i cambiamenti climatici, gli effetti pandemici e le migrazioni internazionali, sono accomunate da una costante: sono globali, riguardano tutti. E se tutte parlano della necessità dell’insieme, la politica non può rimanere prigioniera di interessi di parte”. È l’appello del Papa, ieri, nel suo primo discorso in Québec, rivolto alle autorità civili, ai rappresentanti delle popolazioni indigene e al Corpo diplomatico. “Occorre saper guardare, come la sapienza indigena insegna, alle sette generazioni future, non alle convenienze immediate, alle scadenze elettorali, al sostegno delle lobby”, il monito di Francesco: “E anche valorizzare i desideri di fraternità, giustizia e pace delle giovani generazioni”. “Come è necessario, per recuperare memoria e saggezza, ascoltare gli anziani, così, per avere slancio e futuro, occorre abbracciare i sogni dei giovani”, la tesi del Papa: “Essi meritano un futuro migliore di quello che stiamo loro preparando, meritano di essere coinvolti nelle scelte per la costruzione dell’oggi e del domani, in particolare per la salvaguardia della casa comune, per la quale sono preziosi i valori e gli insegnamenti delle popolazioni indigene”. Di qui l’apprezzamento per la “vocazione ecologica” del Canada e per “una parola fondamentale per i canadesi: multiculturalismo”: “Voi siete un popolo capace di includere, così che coloro che arrivano possano trovare posto in quella unità multiforme e apportarvi il loro contributo originale”. Il multiculturalismo, per Francesco, “è una sfida permanente: è accogliere e abbracciare le diverse componenti presenti, rispettando, al contempo, la diversità delle loro tradizioni e culture, senza pensare che il processo sia compiuto una volta per tutte”.

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