Papa Francesco: a Maestre Pie Filippini, “trasmettere non prediche ma contenuti di vita”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non basta riempire la testa di idee, questo non è educare; educare è trasmettere vita. Ed essere maestri è vivere una missione. D’altronde, se facciamo bei discorsi, ma la vita va in un’altra direzione, rischiamo di essere solo attori che recitano una parte, ma non educatori”. Lo ha detto Papa Francesco ai pellegrini dell’Istituto Maestre Pie Filippini e delle diocesi di Viterbo e Civitavecchia-Tarquinia, in occasione del 350° anniversario della nascita di Santa Lucia Filippini, ricevuti stamani nell’Aula Paolo VI. “Questo Anno giubilare è per ciascuno di voi un tempo prezioso: è come un risalire alle sorgenti per attingere energie nuove per il futuro; ma è anche l’occasione per ringraziare il Signore e anche chiedergli di essere canali di quella stessa grazia che Santa Lucia accolse e distribuì generosamente a tante persone”, ha aggiunto il Pontefice.

Rivolgendosi alle Maestre Pie, il Papa ha ricordato il loro compito difficile: “Maestro è chi insegna. Un proverbio dice però che non si insegna ciò che si sa, ma ciò che si è. Agli altri trasmettiamo ciò che siamo dentro”. Poi, Francesco ha ricordato che “santa Lucia sapeva insegnare a tanti, anzitutto perché lei stessa non smetteva di essere discepola di Gesù Maestro e di stare davanti alla sua cattedra, cioè la croce”. “Agli altri trasmetteva ciò che custodiva nel cuore: non prediche, non teorie, ma contenuti e vita, contenuti di vita. La sua missione educatrice non era un’altra cosa rispetto alla sua esperienza mistica”. L’attenzione si è poi spostata sulle difficoltà della vita religiosa e della mancanza di vocazioni. Quindi, il consiglio del Papa, “la via maestra” per affrontare questi problemi: “Noi non siamo chiamati anzitutto a ‘mettere al centro’ Gesù, come se fossimo noi i protagonisti; siamo chiamati prima di tutto a toglierci dal centro, che spetta a Lui. A vivere la consacrazione come chiamata al servizio. È questo che permette a Gesù di operare in noi come vuole e di insegnarci a vincere la rassegnazione e le nostalgie, a leggere la nostra epoca complessa, a imboccare con coraggio vie nuove al passo con i tempi”.

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