Ucraina: Scaglione, “una vera trattativa non è mai iniziata. E non comincerà finché non si chiarirà qualcosa sul campo di battaglia”

(Foto: ANSA/SIR)

“Assistiamo ad un succedersi di offensive e controffensive ma, come gli stessi analisti del Pentagono hanno detto di recente, non sta vincendo nessuno”. Così Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca, commenta al Sir l’attuale fase dell’invasione russa in Ucraina ormai giunta all’ottantesimo giorno.
Sul campo, commenta il giornalista, “gli ucraini hanno spinto indietro le truppe russe nella zona di Kharkiv, a nord; allo stesso tempo la Russia sta spingendo a sud con forti scontri nella zona dell’Isola dei Serpenti dove i russi cercano di stabilirsi per trasferirvi batterie missilistiche con cui potrebbe bloccare totalmente il traffico nel Mar Nero”. “Questa – osserva – è una posizione veramente strategica perché costituisce una minaccia per i porti ucraini e il traffico marittimo che soprattutto dal punto di vista alimentare è decisivo per una parte importante del mondo”.
Ritornando a quanto è stato detto da Putin in occasione del Giorno della Vittoria, Scaglione sottolinea che “molti hanno giudicato il suo discorso per il 9 maggio un po’ grigio, sottotono e burocratico”. “Che quella data potesse prima coincidere con la fine della guerra e poi con l’annuncio di una guerra totale – precisa – ce lo siamo inventati noi; e alla luce di questo fatto abbiamo trovato un po’ deludente il discorso di Putin”. “Il leader del Cremlino – prosegue – ha fatto intendere che lo stato di guerra, purtroppo, è stato portato ad una dimensione di normalità avvertendo i russi che questa guerra, tutt’altro che semplice come tutti hanno ormai compreso anche in patria, sarà lunga. E li ha avvisati a prepararsi ad un conflitto che si prolungherà nel tempo”.
Sul fronte avverso, “l’Ucraina – evidenzia il giornalista – non ha mai dato per persa la Crimea, ha sempre detto che si tratta di un territorio occupato che dovrà essere prima o poi restituito. Lo stesso Zelensky, durante la campagna elettorale che l’ha portato alla presidenza, pur opponendosi alle teorie bellicistiche di Porošenko e sostenendo che bisognasse trovare un accordo con la Russia, aveva detto che la Crimea è Ucraina e all’Ucraina prima o poi dovrà tornare”. “A me pare che la questione Crimea sia chiusa per sempre, non vedo in che modo la Russia possa mollarla”, rileva Scaglione, secondo cui “molto delle esternazioni di Zelensky dipende dall’andamento delle operazioni sul campo. Quando per l’Ucraina le cose vanno meglio, Zelensky fa dichiarazioni più forti”. Per mettere fine ai combattimenti “credo che una vera trattativa, in realtà, non sia mai iniziata. E non comincerà finché non si chiarirà qualcosa sul campo di battaglia. Dopo 80 giorni dall’inizio del conflitto tutti – Russia e Ucraina, ovviamente, ma anche una parte dei Paesi europei e gli Stati Uniti – si sono impegnati così tanto da avere l’assoluta necessità di ottenere un risultato da far valere”, constata il giornalista.

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