Migranti: Caritas e Ipsia, inaugurati due edifici a Lipa, sulla rotta balcanica

(foto Caritas/Ipsia)

Due edifici che serviranno come refettorio e sede di attività psico-sociali (tra cui il Social cafè), rivolte a famiglie e a minori non accompagnati, sono stati inaugurati ieri a Lipa, in Bosnia Erzegovina da rappresentanti di Caritas italiana, Caritas ambrosiana e Ipsia-Acli. Erano presenti le istituzioni locali e i partner di progetto. Il 23 dicembre 2020 un incendio devastò il centro di accoglienza di Lipa (Bosnia ed Erzegovina nord-occidentale, municipalità di Bihac), costringendo quasi 1.500 persone, profughi in transito lungo la rotta balcanica, a sopravvivere a lungo senza riparo, sotto la neve, con insufficienti scorte di cibo e di acqua potabile. Da quella drammatica emergenza umanitaria è però scaturito un percorso ininterrotto di aiuto, vicinanza e accompagnamento dei profughi, condotto dal network Caritas e da Ipsia, ong delle Acli. I due edifici in acciaio e cemento armato – dotati di riscaldamento a pavimento e soluzioni termoisolanti, l’uno di 244, l’altro di 195 metri quadri – sono l’ennesimo contributo di Caritas e Ipsia alla realizzazione del nuovo centro di accoglienza di Lipa, inaugurato nel novembre 2021 dal governo bosniaco, e alla dotazione di spazi e attrezzature per favorire salute, educazione, aggregazione e attivazione motoria dei migranti in transito. Tra 2021 e 2022 Caritas ambrosiana ha investito circa 640 mila euro a Lipa per finanziare le attività umanitarie e psicosociali, comprensivi dei 260 mila euro (su 340 mila) necessari a costruire i due edifici inaugurati ieri. Attualmente (dati Oim, aggiornati al 1° maggio) Lipa ospita 407 migranti. Le persone che percorrono la rotta balcanica e passano per i centri bosniaci, con la speranza di entrare nei territori Ue, provengono principalmente da Pakistan (34%), Afghanistan (22%), Bangladesh (10%), India (7%) e Cuba via Russia (6%). “Mentre da fine febbraio dedichiamo una forte e doverosa attenzione ai profughi ucraini – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana –, non ci dimentichiamo di tante persone costrette alla migrazione forzata. Alla rotta balcanica riserviamo da anni uno speciale riguardo: non solo per garantire cure e aiuti materiali, ma anche per favorire l’umanizzazione degli ambienti in cui i migranti devono sostare”.

(foto Caritas/Ipsia)

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